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PRIMA di tutto una rassicurazione: «al momento non c’è alcun pericolo per i bambini della scuola elementare “San Giovanni Bosco”, noi stiamo lavorando proprio per garantire la loro sicurezza».

A parlare è Giancarlo Andriulli, dirigente comunale dell’ufficio Istruzione. La relazione sulla situazione dell’edificio – spiega il dirigente – «ha messo in evidenza degli elementi che tutto sommato noi già conoscevamo. E per questo ci siamo mossi subito. Si badi che la relazione specifica che il tempo di intervento per l’adeguamento sismico è di circa sette anni. Noi abbiamo deciso di non aspettare. La cosa principale da fare era liberare il terzo piano e l’abbiamo fatto immediatamente».

Sul terzo piano della scuola di via Verdi c’erano delle classi, alcuni laboratori, delle stanze adibite a depositi: «abbiamo tolto tutto, qualsiasi cosa che potesse far peso. Ma soprattutto abbiamo tolto le classi. Ma si badi bene che il problema era legato più alla gestione di un’eventuale evacuazione che a un ipotetico crollo».

Sono state fatte delle prove di evacuazione – spiega il dirigente – e sono stati calcolati i tempi. Per liberare quel terzo piano – considerando anche il panico generato da un terremoto – ci sarebbe voluto troppo tempo. «Senza considerare che c’è una scala, con gradini di diversa altezza: potevamo far finta di niente?».

Così a inizio anno scolastico quel piano viene cancellato a livello didattico: quarte e quinte si spostano alla “Luigi La Vista” a Francioso, perché parliamo di un Istituto comprensivo e la scuola “Don Bosco” è unita alla media di rione Francioso: «un’edificio, tra l’altro, decisamente più ampio, con una bella aula magna, con aule didattiche e spazi adeguati per i ragazzi».

Risolto il problema sicurezza nell’immediato  bisogna ora stabilire che intervento mettere in atto per quello che è un edificio storico per la città di Potenza.

«Stiamo facendo verifiche e controlli. Aspettiamo ancora un’ultima relazione tecnica – ci vorrà un mesetto circa – e nel frattempo capiremo anche quante saranno le iscrizioni a quella scuola. A quel punto dovremo stabilire il “limite di convenienza economica”: dovremo cioè valutare se conviene di più demolire quell’ultimo piano o mantenerlo. Ovviamente in quest’ultimo caso bisognerà adeguarlo alle vigenti normative antisismiche. Ma si tratta di interventi che bisogna fare a scuola chiusa, in estate quindi».

Qualunque scelta si faccia, una cosa deve essere chiara: «quell’ultimo piano non potrà più ospitare classi. E anche per un’altra questione che è logistica: prima del nostro intervento quella scuola conteneva 15 classi (ora sono otto) con una media di 26 bambini ognuna. Pensate alla zona circostante l’edificio e al flusso che si riverserebbe sulla strada in caso di evacuazione. E’ impossibile sostenere quel carico di alunni».

Si dovrà quindi ridimensionare comunque  «ma quali classi tenere lì e quali spostare non spetta a noi deciderlo, spetta alla dirigente scolastica».

A questo punto bisogna capire quanti soldi servono: per demolire il terzo piano, mantenendo solo la struttura originaria, servirebbero circa 800.000 euro. Per ristrutturare più o meno il doppio. «E ora bisognerà vedere dove recuperare i fondi, dovremo verificare se la Regione potrà aiutarci o dovremo pensare a un mutuo. Il problema è sempre quello: i fondi si riducono costantemente. E noi vorremmo andare  incontro a tutte le esigenze, ma – salvaguardata la sicurezza dei bambini – bisogna fare prima di tutto i conti con quelle che sono le risorse in cassa». Un’ultima precisazione Andriulli vuole farla in risposta all’assessore Molinari: «Volevamo risposte oggettive sugli interventi da fare, per questo abbiamo scelto di estendere l’incarico allo studio tecnico di Foggia che ha già vinto un concorso presso di noi ed è stato anche selezionato dalla Protezione civile perché presenta un altissimo profilo. L’Unibas non può prendere incarichi che portino poi a progettazione. Abbiamo così scelto dei tecnici esterni al territorio che potessero però garantirci l’oggettività».


MESSINA: «NESSUN PERICOLO, MA POSSO ANCHE SPOSTARE TUTTE LE CLASSI»

«MA davvero credete che se ci fosse stato un problema di panico immediato io avrei permesso che i ragazzi rimanessero in quella struttura? Sarei stato un folle e così non è: io ci tengo prima di tutto alla sicurezza dei bambini. Ed è solo tenendo presente questa priorità che abbiamo deciso di svuotare completamente il terzo piano dell’edificio».

L’assessore all’Istruzione Pinuccio Messina lo ripete più volte: sulla scuola “San Giovanni Bosco” di via Verdi «si vogliono fare strumentalizzazioni», ma non c’è alcun pericolo per la sicurezza dei bambini.

Sicuramente dei lavori sono necessari, come evidenziato dalla relazione dei tecnici chiamati dall’amministrazione a visionare la struttura, «e stiamo facendo tutte le verifiche del caso. Ma quello che posso dire è che al momento non c’è alcun rischio sicurezza. L’unica questione aperta riguarda il numero di classi che l’edificio di via Verdi può ospitare: dieci al massimo. Ma poi l’organizzazione interna non dipende neppure più da noi. E’ la dirigente scolastica a decidere se spostare le quarte e le quinte, come quest’anno è stato fatto, o tenere solo l’intero ciclo di due sole sezioni. Questa scelta non dipende assolutamente da me, è una questione didattica».

Secondo l’assessore Messina quello che al momento si vuol mettere in discussione è solo «la filosofia degli Istituti comprensivi. E’ anche naturale pensare che le classi quinte stiano nello stesso edificio in cui c’è la scuola media, in questo caso la “Luigi La Vista” al Francioso. Se poi il problema è che si deve fare un chilometro in più, allora mi dispiace per il disagio, ma la mia unica preoccupazione deve essere la sicurezza dei bambini. E liberando il terzo piano della “San Giovanni Bosco” io a questo unico obiettivo ho pensato. Comunque il mio assessorato è completamente a disposizione: se i genitori hanno dei dubbi possono venire a parlare senza difficoltà con me o con i tecnici. Io sono sempre stato pronto a collaborare. E dico di più: posso trasferire anche tutta la scuola di via Verdi al Francioso. Non ho ancora inaugurato la Città educante e quei locali sono ancora liberi. Vogliamo spostare tutte le classi? Per me va bene, finora abbiamo voluto anche salvaguardare una scuola storica di Potenza. Ma se poi mi devo sentir dire che il mio primo pensiero non è la sicurezza dei bambini, allora no. Spostiamo tutto e non se ne parla più».

a.giacummo@luedi.it

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