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E’ ANCORA una volta l’indifferenza di Total rispetto alla istanze dei territori interessati dalle attività della compagnia francese del petrolio a spingere il segretario regionale della Cgil a prendere posizione. Non solo contro Total ma contro il “silenzio assordante” da parte delle istituzioni locali rispetto alle “inadempienze” della società. Gli unici ad aver posto la questione sono stati e continuano a essere «i soli sindacati».
Che hanno scelto di tenere l’ultima manifestazione del Primo maggio a Corleto e che al Mise hanno promosso un tavolo istituzionale proprio per cercare di cambiare il decreto attuativo del Memorandum, proprio in vista delle nuove estrazioni che partiranno nella zona del Sauro: 50 mila barili in più previsti a Tempa Rossa.
Un anno fa veniva chiuso il contratto con Eni sul contratto di sito, che prevede garanzie occupazionali per il lavoratori del polo estrattivo. «Seppure tra mille limiti e contraddizioni, comunque sta funzionando», precisa il segretario. E, invece, Total da questo orecchio continua a non volerci sentire. Sindacati e Regione ci avevano provato.
Dopo aver sottoscritto il protocollo con Eni, provarono a estenderlo anche alle future estrazioni di Tempa Rossa.
«Come andò quell’incontro – spiega Genovesi – lo ricordiamo bene tutti: venne la Total e ci spiegò che nulla era dovuto, che il rispetto della legge era più che sufficiente e che, comprato qualche proiettore a questa o quella scuola, accontentato questo o quel sindaco, non capivano il senso delle nostre richieste».
A tutto questo – affonda il segretario della Cgil – «seguì il silenzio della politica». Ma a tutto questo si è aggiunto un altro elemento peggiorativo, che avrebbe dovuto provocare la reazione di tutti: dei 3.000 giovani selezionati da Total, solo 100 sono lucani. Definiti dalla setssa compagnia come “i migliori”. Peccato, però, solo 50 di questi verranno realmente assunti.
“A fronte di profitti miliardari che Tempa Rossa porterà alla Total – accusa Genovesi – non viene offerta a tutti un’opportunità di lavoro. Non si riconosce a essi neanche un diritto di precedenza per future assunzioni. Eppure, entro il 2015, serviranno più di 130 addetti e nessuno dice niente, a eccezione del sindacato». «Allora mi chiedo – continua il sindacalista – così scarsa è la sensibilità verso i giovani lucani? Così tanto abbiamo paura dei colossi del petrolio? Così poco contiamo come comunità agli occhi della multinazionale?».
Quindi l’appello al presidente Pittella, che in una recente manifestazione della Cgil, ha ribadito che il rapporto con le multinazionali del petrolio non può essere basato ia di qualche assunzione.
«E bene fa – dice Genevosi – a differenza di quanto fatto da qualche amministratore che ha scambiato qualche amministratore locale ha invece “scambiato” nel passato, con grave danno – ritengo – per progetti più ambiziosi, e soprattutto a svantaggio della collettività, anteponendo i propri e personali bacini elettorali al bene comune».
Eppure – dice il segretario regionale, rivolgendosi al governatore – «c’è un punto che va oltre e che interroga tutti coloro che credono che i giovani meritino di avere un’occasione in questa terra, soprattutto – come nel caso dei cento in questione – se sono bravi e meritevoli, come la Total stesso ha “certificato”. Ecco: mi piacerebbe che chi venisse in Basilicata per ricavare tanti profitti, per di più in un settore così invasivo e che merita il massimo di sforzo in termini di tutela ambientale, della salute e del lavoro di qualità (a partire dalla realizzazione del Centro Oli e poi nelle ditte dell’indotto), non ci costringesse nemmeno a porre temi come questi, che “costano poco” (alla Total) e però avrebbero da subito un forte valore simbolico (si può essere giovani, fare il lavoro per cui si è studiato e farlo in Basilicata)».
E siccome la Regione ha convocato il tavolo con le parti sociali, per verificare se ci siano le condizioni per un nuova Obiettivo Basilicata, “è necessario – ribadisce il leader regionale della Cgil – porre subito tra le altre questioni l’obiettivo di un nuovo contratto di sito, per il lavoro e lo sviluppo a Tempa Rossa, ponendo tutti insieme, Presidente della Regione in testa, una pregiudiziale alla stessa Total: ai giovani che hai selezionato, che tu reputi bravi, a tutti devi dare la loro occasione».
E conclude: «Bisogna essere compatti in questa richiesta. Dobbiamo, in sostanza, dimostrare, concretamente, che organizzandosi, partecipando, lottando se serve, il “futuro può essere liberato”, e che arrendersi all’oggi è il modo peggiore di costruire il domani.
Perchè abbiamo ragione, perché la Basilicata e il Mezzogiorno d’Italia, per le competenze che ci sono, le risorse naturali, la voglia di fare, meritano di più di un po’ di compassione od elemosina».
marlab
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