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POTENZA – Niente dimissioni. Nonostante la minaccia di una risoluzione forzosa del contratto, che verrebbe inevitabilmente accompagnata dalla vergogna di una bocciatura, per quanto strumentale, delle sue capacità professionali.
E’ questa l’atmosfera che si respira attorno al direttore generale dell’Azienda sanitaria di Potenza, Lorenzo Bochicchio, mentre incombe la scadenza del termine concesso dalla giunta regionale per il deposito delle sue difese, e dei trenta giorni previsti dalla legge per chiudere il procedimento.
E’ dell’11 agosto, infatti, la delibera con cui il governatore Vito Bardi e i suoi assessori hanno avviato formalmente la risoluzione anticipata del contratto del ultimo dg nominato dalla vecchia amministrazione regionale di centrosinistra ai vertici di un’azienda sanitaria lucana. Dopo le dimissioni di Joseph Polimeni e Giovanni Battista Bochicchjio dall’Azienda sanitaria di Matera e dal Centro di riferimento oncologico di Basilicata (Crob) di Rionero, e la decadenza di Massimo Barresi per effetto di una sentenza del Tar.
Nel testo notificato l’indomani a Bochicchio si spiega che una commissione di valutazione costituita da dirigenti del Dipartimento politiche per la persona della Regione attenderà fino alla metà della prossima settimana le sue controdeduzioni e poi trarrà le conclusioni del caso.
A ben vedere, tuttavia, un contraddittorio sulle contestazioni mosse al dg ci sarebbe già stato, nelle scorse settimane, e sempre coi vertici del Dipartimento. Pertanto l’impressione è che a meno di “assi” nascosti nella manica il destino di Bochicchio sia in qualche modo segnato. Tanto che la battaglia pare essersi ormai spostata, di nuovo, su un livello che è giuridico da una parte e politico dall’altra. Vuoi perché l’ipotesi che un Tribunale rimetta al suo posto il dg appena cacciato rappresenta uno smacco che in Regione nessuno vuole rischiare di subire. Vuoi perché la legge prevede il coinvolgimento dei sindaci del territorio di competenza dell’azienda sanitaria, che dovrebbero esprimere un parere al riguardo entro 10 giorni dall’apposita richiesta. Un parere oltremodo pesante, a livello politico, ma non vincolante, almeno all’apparenza, dal punto di vista giuridico. Basti pensare che «nei casi di particolare gravità e urgenza» è persino previsto che la Regione ne possa fare a meno.
Lo scontro tra i vertici di via Verrastro e Bochicchio si è aperto ad aprile, in seguito alle immagini della ressa davanti al punto di vaccinazione anti covid 19 di Potenza in occasione della prima giornata di somministrazioni senza prenotazione.
Tra le contestazioni che gli vengono mosse, però, vi sarebbero anche la mancata nomina, da un anno a questa parte, di un direttore amministrativo, e alcune disfunzioni del sistema di prenotazione dei vaccini gestito da Poste Italiane.
Contattato dal Quotidiano del Sud, il direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchionon ha voluto rilasciare dichiarazioni.
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