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POTENZA – «Non possiamo condividere progetti così invasivi  localizzati in zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale; riteniamo che è necessario evitare che ulteriori “megaimpianti” possano compromettere o interferire negativamente con la valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, con la tutela della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio rurale».

E’ quanto afferma Coldiretti Potenza tornando sul progetto della Teknosolar che intende realizzare a Banzi una centrale termodinamica da 50 megawatt estesa per circa 230 ettari di terreno. 

A ottobre l’associazione degli agricoltori era stata tra i primi a schierarsi contro il progetto. Poi è arrivato il parere negativo della Sovrintendenza ai beni paesaggistici.

Per Coldiretti «la “nascita” della nuova Giunta Regionale ci riconsegna l’interlocutore istituzionale più importante per dirimere la questione nell’interesse del territorio e delle comunità interessate». Senza escludere a priori la possibilità di «riaprire il dibattito» sulla stessa.

Questa la posizione emersa dal Consiglio Provinciale della Coldiretti di Potenza dello scorso 15 gennaio. Al netto di «esternazioni di parte» e «valutazioni tecniche del progetto». Pensando solo agli «interessi di una comunità che ha messo al centro dei propri obiettivi di sviluppo il territorio in tutte le sue declinazioni; un Territorio che ha voglia di scommettere sul ruolo fondamentale dell’agricoltura e dell’agroalimentare per lo sviluppo della Basilicata nel prossimo periodo di programmazione 2014/2020».

«La produzione di energia dal sole come dalle altre fonti rinnovabili – conclude Coldiretti – è sicuramente una grande opportunità, ma deve avvenire nel rispetto di alcuni principi generali fondamentali: un ridotto consumo di suolo, il riutilizzo di aree già degradate da attività antropiche, come i siti industriali o contaminati ed una progettazione legata alle specificità dell’area e rispettosa delle vocazioni del Territorio».

La nota di Coldiretti arriva all’indomani di quella del cartello “Pensiamo Basilicata” che ha convocato per martedì un tavolo tecnico con Confindustria, Società Energetica Lucana, Basilicata Innovazione, Università di Basilicata, Cnr, Enea, Alsia/Agrobios per affrontare i temi della sicurezza, della salvaguardia ambientale e della tutela della salute, collegati al nuovo impianto, «con il coinvolgimento dei territori interessati, al fine di evitare strumentalizzazioni».

Secondo la sigla, che riunisce l’Alleanza delle Cooperative Italiane, l’Api Potenza, la Casartigiani, Cia, Confapi Matera, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna e Copagri, il progetto della Teknosolar andrebbe guardato «con attenzione sia per le ricadute occupazionali e di qualificazione delle imprese locali che per la possibilità di far leva su questo investimento per delineare un progetto di sviluppo dell’area dell’Alto Bradano su diverse direttrici, inclusa quella del rilancio delle imprese agricole». 

Ironico il commento di Pio Abiusi dell’associazione Ambiente e legalità di Matera, che dice «bravi» a Coldiretti e polemizza col cartello delle associazioni.

«Nel “Pensiamo Basilicata” si è fatta (…) una sorta di comunione tra capitale -assistito con sostanziosi contributi pubblici- ed associazioni in qualche modo datoriali di provenienza dalla sinistra storica». Abbastanza per denunciare un «novello compromesso storico all’insegna del malloppo da spartire».

«Che almeno le associazioni dei contadini tutelino la categoria come ha fatto Coldiretti». Conclude Abiusi. «Non desideriamo comperare i pomodori dall’Eni o dall’Enel o dal baraccone Sel ma dal contadino. Per favore pensate alla Basilicata, possibilmente altrove!»

l.amato@luedi.it

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