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CATANZARO – Due operai edili, Francesco Scalise e Luciano Gallo, (GUARDA LE FOTO) sono scomparsi da ieri mentre erano in Libia, nella zona della località Derna della Cirenaica. Entrambi di origini calabresi, si trovano nel Paese nordafricano per eseguire dei lavori con una società edile. Nella serata si è saputo che i due operai sarebbero stati rapiti da un gruppo armato che li ha costretti a scendere dal loro furgone e a salire su un altro veicolo nei pressi del villaggio Martuba, tra le città di Derna e Tobruk. Ad affermarlo è l’agenzia libica Lana citando il racconto dell’autista dei due operai. che aggiunge come «gli uomini del gruppo armato che hanno rapito i due operai calabresi erano a volto coperto. Secondo il racconto dell’autista, la vettura sulla quale sono stati fatti salire Francesco Scalise e Luciano Gallo si è diretta verso Derna». Il sequestro, aggiunge l’agenzia libica, non è stato rivendicato.
Il furgone e gli attrezzi da lavoro sono stati trovati abbandonati in una zona isolata. Il ritrovamento è stato effettuato da alcuni operai della General World, l’impresa edile di Crotone per la quale lavorano Scalise e Gallo.
La scomparsa dei due operai calabresi in Libia è stata denunciata dal fratello di Luciano Scalise che si trova anch’egli in Cirenaica per lavoro. L’uomo si è presentato nell’ambasciata italiana di Tripoli per presentare denuncia. Ora la notizia del rapimento.
IL VESCOVO: «UN RAPIMENTO INACCETTABILE» – «Non ho parole per esprimere ciò che stiamo vivendo insieme alle famiglie di Francesco e Luciano. E’ inaccettabile il fatto che due padri di famiglia, dedicati al lavoro, siano a rischio di vita in un paese stremato dalla guerra civile. Che ritornino a casa, liberi, salvi e restituiti all’affetto dei loro cari, questa è l’unica conclusione che attendiamo con ansia, per questa vicenda». Lo dichiara il vescovo di Lamezia Terme, monsignor Luigi Antonio Cantafora. «Purtroppo – aggiunge – la Calabria continua ad essere una terra di emigrazione. Il dramma che stiamo vivendo, in attesa di notizie di Francesco e Luciano, dice la gravità della situazione sociale e lavorativa di questa regione che non dà pane ai suoi figli. Seguiamo con apprensione lo sviluppo della situazione, mentre la nostra Chiesa, che domani celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato – conclude il vescovo di Lamezia Terme – non smette di pregare per questi suoi due figli».
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