La presentazione del libro di Roberto Napoletano a Roccella Jonica
4 minuti per la letturaROCCELLA JONICA (REGGIO CALABRIA) – Roberto Napoletano, direttore del Quotidiano del Sud, ha presentato, con la partecipazione del sindaco di Roccella Jonica, Vittorio Zito, e dell’amministratore del Porto delle Grazie, Fabio Filocamo, il suo recente libro “Mario Draghi. Il ritorno del Cavaliere Bianco”, nell’ambito del cartellone “Estate al Porto 2021”. Una serie di manifestazioni ed attività programmate, tra luglio e settembre 2021, presso il Porto delle Grazie.
Napoletano ha esordito con una dichiarazione di totale fiducia verso l’uomo, il tecnico, lo statista Mario Draghi per poi addentrarsi nella esplicitazione di quelle che devono essere le chiavi di lettura per capire le sofferenze dello Stato, la sua credibilità all’estero, le possibili, se non obbligate, vie da percorrere per uscire dall’attuale stato di crisi.
E’ la mobilitazione popolare la chiave di svolta affinchè il Paese fuoriesca dalla stagnazione e dalla crisi. Da sola, però, non basta. Bisogna acquisire la consapevolezza che la strada giusta è la coesione di tutte le forze in campo unitamente al cambiamento dei nostri comportamenti. Soprattutto, devono cambiare la pubblica amministrazione, i processi amministrativi, le giustizie, tutte le giustizie, perché bisogna dare fiducia agli investitori mondiali.
«In Italia è in atto una rivoluzione – ha spiegato Napoletano – la rivoluzione Draghi. Oggi l’Italia gode di fiducia perché ricca della fiducia che gode il suo Capo del Governo. Bisogna, però, essere conseguenziali agli input e alle direttive che il presidente Draghi si sforza di dare ad un Paese che è in fase di rifondazione. Basta con gli slogan, basta con il talk show del nulla dire per confondere le cose, basta blaterare. Parlare poco ed agire molto. Come sta facendo il primo ministro che parla poco ed agisce tanto. Soprattutto, parla dopo avere operato. Eppoi, non si può pensare che il carisma e la fiducia di cui gode Mario Draghi sia perenne se non si sarà conseguenziali con gli impegni assunti con la Comunità Europea».
Napoletano si è sforzato di sottolineare il particolare momento che sta vivendo il Paese e la fiducia che induce all’estero grazie all’ascendente dell’italiano più conosciuto e stimato al mondo. Da quì “il ritorno del cavaliere bianco” che sta a significare che bisogna riacquistare lo stesso sentire, lo spirito di ricostruzione nazionale come avvenuto nell’immediato dopoguerra quando intelligenza tecnica, riformismo cattolico, cultura laica si unirono per trasformare un paese agricolo di secondo livello in una realtà industrializzata, prima, e, poi, in una potenza economia mondiale.
«Noi oggi – secondo Napoletano – dobbiamo fare qualcosa di simile. Non ha trascurato di evidenziare le potenzialità del Sud del Paese, come i giovani laureati dell’università calabrese che sonoambiti in tutto il mondo per le loro capacità e competenze. Ecco, rivoluzionare la pubblica amministrazione impiegando le intelligenze e le conoscenze dei giovani è un percorso obbligato. Bisognerà dare loro la possibilità di relaizzarsi nella propria terra impedendo l’emigrazione che assicuri loro un futuro. Eppoi, basta con questo marasma delle regioni che hanno rimandato il Paese in tempi atavici, con tanti statarelli che operano in competizione l’un contro l’altro. Coesione, di coesione ha bisogno il Paese. Inoltre, che i fondi previsti per il Mezzogiorno vengano spesi nei territori cui destinati, facendo ripartire gli investimenti e i lavori pubblici che assicurano sviluppo e progresso».
«Bisogna rivedere, prima che sia troppo tardi – è stata la conclusione del direttore del Quotidiano del Sud – il piano di investimenti nel Mezzogiorno che sistematicamente viene depredato da regioni meno disagiate. Investimenti, quindi per far ripartire il Paese. Più strade, più ferrovie, più asili, più scuole, più servizi sociali, più sviluppo. Perché se parte la macchina pubblica, conseguenzialmente partiranno anche tutte le altre attività e si incentiveranno anche gli investimenti esteri».
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