3 minuti per la lettura
POTENZA – Sono nelle mani degli inquirenti della procura di Lagonegro gli esiti delle analisi effettuate a luglio sulle acque del torrente Fiumicello, a Maratea. Ma dalle analisi svolte venerdì scorso, 20 agosto, nei punti di balneazione della costa marateota, «con prelievi ogni 600 metri dalla foce del fiume Noce al Canale di Mezzanotte», non sono emersi superamenti delle soglie di contaminazione o «anomalie».
E’ quanto reso noto, ieri, dal direttore generale dell’Arpab, Antonio Tisci , specificando che «per quanto riguarda la spiaggia di Fiumicello sono stati effettuati tre campionamenti in tre punti distinti e in nessuno dei tre punti è emerso alcun superamento dei livelli batteriologici previsti dalla normativa».
«Nessun problema per la balneazione, dunque, sulla costa tirrenica lucana in generale e in particolare sulla spiaggia di Fiumicello».
Ha proseguito il direttore generale, ricordando che «i punti di prelievo, le tecniche di campionamento e i parametri sono stabiliti dal Ministero della Salute in conformità con la normativa nazionale e comunitaria vigente».
Tisci ha infine precisato che non sono ancora disponibili i risultati delle analisi effettuate, a luglio, anche nel torrente Tocca Cielo, che «verranno comunicati non appena disponibili».
Ieri mattina, sempre sul caso dell’inquinamento del torrente Fiumicello, era intervenuta anche Legambiente che espresso gratitudine alla Polizia locale di Maratea per aver individuato l’origine delle sostanze scoperte nelle acque della Perla del Tirreno dalla Goletta Verde.
«Scarichi abusivi, reflui zootecnici, falle nella rete fognaria che corre per lunghi tratti vicino al torrente». Queste le criticità che sarebbero emerse dai sopralluoghi della polizia municipale secondo Antonio Lanorte, presidente di Legambiente Basilicata.
«Sono stati individuati – ha aggiunto Lanorte – i fattori all’origine dei valori alterati che hanno messo a rischio la balneazione nel tratto di costa in cui il torrente sfocia, come denunciato da Legambiente a luglio scorso e che speriamo nel frattempo siano rientrati nella norma, dopo l’azione della Polizia Locale e gli interventi messi in atto per riparare i danni e reprimere le situazioni illegali lungo il torrente».
Gli ambientalisti hanno quindi ribadito la loro convinzione sull’opportunità di effettuare campionamenti anche alla foce di corsi d’acqua come il torrente Fiumicello e non soltanto a diversi metri dal bagnasciuga, come fa Arpab nei monitoraggi sulla balneabilità.
«Le analisi condotte sul corso del Fiumicello – ha aggiunto il presidente dell’associazione degli ambientalisti – dimostrano quanto siano azzardate e fuori luogo, oltre che offensive, alcune dichiarazioni pubbliche del direttore dell’Arpab Tisci secondo il quale addirittura Legambiente bara, cioè imbroglia, falsifica i dati».
«Se il divieto di balneabilità delle foci è sicuramente un fatto (al quale non bisognerebbe comunque rassegnarsi) – gli ha fatto eco Giuseppe Ricciardi, presidente del circolo Legambiente di Maratea -, è possibile affermare al contempo e con onestà intellettuale che possa bastare questo per eludere qualsiasi problema? Sarebbe come dire che l’eventuale acqua contaminata da batteri dannosi con valori anche estremamente elevati, come per esempio a Fiumicello, una volta sfociata in mare immediatamente e magicamente non risulti più contaminata in modo critico».
«Chi è così miope – afferma ancora Lanorte -da non vedere che tali situazioni sono un ostacolo e non una spinta per l’istituzione dell’Area Marina Protetta Costa di Maratea che noi vogliamo fortemente? Chi può pensare che noi non siamo i primi a provare grande rammarico per quello che denunciamo? Ma nascondere il dito non fa parte del nostro modo di operare».
l.a.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA