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Vacilla l’asse tra Pd e alleati più il Movimento 5 stelle, a Bernalda, in vista del voto del 3-4 ottobre per il rinnovo dell’amministrazione comunale.
Lo scossone era nell’aria dopo le indiscrezioni sul possibile sostegno alla candidatura unitaria della presidente dell’Auser Bologna, Anna Salfi. Candidatura che peraltro pare essere già tramontata dopo un paio di giorni di riflessioni.


Domenica sera, quindi, è stata l’assemblea convocata da un gruppo di attivisti 5 stelle a conclamare la rottura, con l’annuncio dell’intenzione di presentare una lista autonoma, che si chiamerà “Con te cittadino” e dovrebbe essere guidata dal candidato sindaco Federico Scasciamacchia. Lo stesso Scasciamacchia che da giorni andava contestando l’attivismo elettorale del senatore Vito Petrocelli, favorevole a un accordo col Pd purché all’insegna del rinnovamento e della valorizzazione delle forze civiche presenti in comune.

A godere dei frutti della probabile rottura dell’alleanza giallo-rossa sarà senz’altro il candidato del centrodestra Domenico Tataranno, già eletto 2 volte primo cittadino a capo di una coalizione di ispirazione di centrosinistra, e sfiduciato dopo il tesseramento nella Lega. Di qui il commissariamento del Comune e il ritorno anticipato alle urne.


C’è da star certi, però, che fino a sabato 4 settembre, che è il termine ultimo per la presentazione di liste e candidature, altri colpi di scena seguiranno nella cittadina ionica, che è tra i centri lucani più grandi che andranno al voto. Assieme a Melfi, Pisticci, Rionero, Lauria, Montescaglioso e Ferrandina.

Gli altri comuni lucani dove si andrà al voto sono Balvano, Grumento Nova, Oppido Lucano, Sarconi, Trecchina e Viggianello, considerati a tutti gli effetti comuni di centrosinistra, e Cancellara, San Martino D’Agri, Aliano, Oliveto Lucano, Campomaggiore, Carbone, Castelluccio Inferiore, Fardella, Ginestra, Paterno, San Martino D’Agri, Teana e Tramutola. Mentre tra il 15 ottobre e il 15 dicembre si andrà alle urne anche a Scanzano Jonico, dove l’amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose a dicembre del 2019.

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