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NEL 2013 in provincia di Matera la Polizia ha eseguito 118 arresti e ha denunciato in stato di libertà alla magistratura 386 persone. Sono i numeri che hanno caratterizzato l’attività nel corso dello scorso anno e dunque un bilancio complessivo del lavoro svolto.
Durante l’anno scorso, le 4.697 pattuglie hanno controllato oltre ottomila autoveicoli e oltre 13 mila persone, rilevando 328 infrazioni per quanto riguarda il Codice della strada.
Per quanto riguarda l’attività di contrasto alla droga, la Polizia ha sequestrato 189 grammi di eroina, 184 grammi di cocaina e 915 grammi di hascisc e marijuana.
La Polizia ha svolto 2.385 servizi di ordine pubblico e di vigilanza e 54 servizi di controllo straordinario del territorio con l’ausilio del reparto prevenzione crimine Basilicata.
La conferma più importante che viene segnalata riguarda la sicurezza che si può attestare in città con Matera dietro solo dopo Pordenone e Treviso, nella classifica annuale delle province più sicure dell’intero paese.
Matera dunque malgrado le difficoltà anche di ordine sociale che stanno insorgendo in seguito alla crisi di questi anni non perde uno dei suoi punti caratterizzanti rimanendo in primo piano a livello di sicurezza e continuando ad essere un punto di riferimento in testa a tutte le classifiche del Mezzogiorno d’Italia sul tema e nelle prime posizioni anche complessivamente a livello nazionale.
Notevole è stato l’impegno profuso dalla Questura sotto il profilo della tutela dell’ordine pubblico durante l’intero anno.
Tra queste, si ricordano in particolare la visita di rappresentanti di Governo i festeggiamenti in onore di Maria SS. della Bruna a Matera, la grande manifestazione nei Sassi del “Presepe vivente”.
Tra le operazioni vengono ricordate quelle che hanno riguardato la lotta alla droga, Agates nella quale sette persone finiscono in manette a seguito di ordinanza di custodia cautelare della Procura Distrettuale presso il Tribunale di Potenza.
Sono accusate di gravi delitti: associazione a delinquere allo scopo di truffa, violenza sessuale, estorsione, induzione alla prostituzione e riduzione alla schiavitù.
Non mancano poi altri interventi tra cui la scoperta una baby gang responsabile dell’incendio doloso che la mattina del 5 luglio ha distrutto il deposito dell’ex “Centrale del latte” di viale delle Nazioni Unite.
L’episodio aveva suscitato preoccupazioni ed illazioni in molti che avevano pensato ad un gesto intimidatorio.
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