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E’ con il fuoco che si vuole cancellare ogni piccolo passo in avanti che si fa a Bucaletto. Con il fuoco hanno provato a cancellare, per l’ennesima volta, un piccolo pezzetto di serenità che, dopo decenni nei prefabbricati, le famiglie di via Mallet pensavano di aver riconquistato. Un trasloco, poco più di due anni fa, in quelle che chiamano le due torri, proprio di fronte alla Ferriera. E una casa normale finalmente, con mura e cemento.


Poi, nella notte tra domenica e lunedì, le 23 famiglie che vivono in quegli appartamenti si sono svegliate tra le urla e il fumo.
«Stavo dormendo – racconta Serena, che abitava all’undicesimo piano, dove l’incendio è scoppiato – quando all’improvviso mi sono svegliata. Mi sono alzata, c’era puzza di fumo e ho pensato venisse dall’esterno. Ho aperto la finestra per vedere se veniva da fuori, ma non era lì il fumo. Allora ho aperto la porta d’ingresso: c’erano già le fiamme alte».


Serena aveva in casa il figlio sedicenne. Lo ha svegliato e, di corsa, passando anche tra le fiamme, madre e figlio sono scappati giù, così com’erano. Non avevano nulla, tranne un pigiama e le pantofole.
Hanno iniziato a citofonare agli altri condomini, ma anche il citofono era fuori uso, così hanno gridato forte, per svegliare chi, all’una di notte, stava giustamente dormendo.


«Per fortuna è estate – racconta Michela Marino, presidente dell’associazione La Nuova Cittadella e residente in uno degli appartamenti di via Mallet – e avevamo tutti le finestre aperte. Sentite le urla ci siamo alzati».
Nel frattempo un altro condomino, al decimo piano, aveva sentito dei forti rumori provenire dal piano di sopra: «Come di vetri che si spaccavano – racconta – e pensando che stessero occupando l’appartamento di sopra, ho chiamato la polizia. Poi mi sono affacciato, ho visto una macchina che si allontanava a forte velocità e mi sono accorto del fumo».

Così anche lui inizia a dare l’allarme, bussando porta per porta, perché tutti lascino l’appartamento.
All’undicesimo piano ci sono tre appartamenti: due regolarmente abitati, l’altro vuoto. In uno dei due abitati c’è Serena con il figlio. Nell’altro, al momento dell’incendio, c’è solo Kevin, che sta dormendo nel suo letto. La madre e il fratellino, per fortuna, non c’erano, erano a una festa di compleanno. E quando i condomini si ritrovano tutti giù, si rendono conto che all’appello manca proprio la famiglia che abita a quell’undicesimo piano, l’ultimo. Quando Kevin si accorge del fumo è impossibile ormai uscire dalla porta di ingresso.
«Ho richiuso la porta – racconta – e sono andato in bagno per bagnare degli asciugamani da mettere sotto».


Nel frattempo arrivano i Vigili del fuoco dal Comando provinciale di Potenza. Salgono con l’autoscala fino al balcone dal quale il ragazzo si è affacciato per chiedere aiuto. E lo portano giù. Se l’allarme non fosse stato dato quasi subito, forse ora staremmo raccontando un’altra storia.
Le squadre di Vigili del fuoco sono due: mentre alcuni portano in salvo il ragazzo, c’è chi stacca il gas. Ci sono cucine, caldaie. E si scopre, con grande sconcerto dei condomini, che non funzionano le pompe antincendio e gli estintori sono quasi vuoti. Per fortuna i Vigili sono arrivati anche con l’autobotte.


Per capire l’origine di quest’incendio – su cui sono in corso indagini della Polizia – bisogna andare indietro di qualche giorno.
Intorno a Ferragosto, infatti, i condomini iniziano a vedere qualche movimento strano. All’undicesimo piano – lo ripetiamo – c’era un appartamento vuoto, ancora da assegnare.
«Una mattina – racconta uno dei ragazzi che vivono nelle torri – ho visto delle persone vicino ai contatori. Mi sono avvicinato e gli ho chiesto che stavano facendo. Mi hanno risposto che dovevo farmi gli affari miei».
Poi, sul pianerottolo dell’undicesimo piano, cominciano ad apparire le prime suppellettili. Un materasso matrimoniale – stando a quanto raccontato dai condomini – uno singolo. E ancora dei vestiti, dei vecchi mobili.


«Sono saliti certamente dai garage – dice una signora – perché nonostante le nostre tante proteste, il cancello dei garage è sempre rotto. Si può entrare e uscire senza problemi».
Le suppellettili vengono lasciate sul pianerottolo. I condomini capiscono che c’è qualcosa che non va e chiamano i vigili. Tre volte sono andati gli agenti della Polizia locale. Ed è stata, nel frattempo, cambiata la serratura. E’ probabilmente questo che, nella notte tra domenica e lunedì, potrebbe aver fatto scattare la rabbia di chi era arrivato per prendere possesso di quell’appartamento vuoto.
Cosa sia stato effettivamente fatto lo dovranno chiarire gli inquirenti (sul posto anche la polizia scientifica). Quello che i condomini hanno certamente visto è un’auto che usciva a forte velocità dai garage – proprio di fronte ci sono delle telecamere che potrebbero dire qualcosa in più – e poi il fumo e le fiamme. Così alte che hanno lasciato i muri neri anche all’esterno.


L’undicesimo piano, invece, è un ammasso di detriti, i muri sono tutti anneriti, a terra i pezzi bruciati di quelli che dovevano essere mobili. La casa di Serena è andata in fumo, va risistemata anche quella in cui stava dormendo Kevin. E ora bisognerà trovare una soluzione anche per loro. «E dire – dice Serena – che abbiamo fatto il trasloco soltanto due anni fa. Solo quanto ci è costato». Pensava di aver chiuso con le valigie e, invece, ora si trova a raccogliere le poche cose che è riuscita a salvare in qualche busta. La vita di Serena e di suo figlio è ora rinchiusa in quelle buste. Ma poteva andare peggio e, nonostante tutto, trova il coraggio di sorridere.


Sul posto, la mattina dopo, ci sono ancora i Vigili del fuoco, la polizia, i responsabili dell’Ater, l’assessore a Bucaletto, Fernando Picerno. L’odore acre del fumo è ancora così forte che i condomini preferiscono star fuori.
«Sono stato 18 anni nel prefabbricato – dice uno di loro – e mai mi è capitato niente del genere. Qui ti vengono a bruciare dentro casa».


«Invece a noi era già successo – racconta un’altra coppia – proprio mentre eravamo nel prefabbricato. Quello accanto a noi prese fuoco e noi tentammo di intervenire per evitare che prendesse fuoco anche casa nostra. Ma anche in quel caso i bocchettoni dell’acqua non funzionavano, l’acqua non c’era. E a Bucaletto è sempre così, niente mai funziona come dovrebbe».
Mentre si vocifera di assicurazioni sul palazzo che non ci sono, i condomini si chiedono quando gli appartamenti dell’undicesimo torneranno agibili. «Fra sequestro giudiziario – dicono – e lavori, qui non si muoverà nulla per anni».
E’ il destino di chi vive a Bucaletto.

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Alfonso Pecoraro

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