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«SE dovessi commentare oggi la morte di Gino Strada, non la commenterei perché esula dal mio compito all’Arpab, e me ne guarderei bene». Antonio Tisci, direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente di Basilicata e protagonista di una vicenda legata a alcune sue frasi sui social dopo la morte di Gino Strada, si limita a poche altre parole su quello che negli ultimi giorni si è trasformato in un caso politico.
«Mi sono state attribuite parole che io non ho mai pronunciato – precisa ancora una volta – Per il resto, dopo tutto quello che è successo, ho ben poco da aggiungere. Preferisco parlare del lavoro e dell’attività che svolgiamo quotidianamente all’Arpab, lascio agli altri lo sfizio della polemica che non mi riguarda». L’ultimo riferimento lo lancia agli ulteriori commenti sulle sue parole pubblicate sul profilo Facebook: «Quando uno commenta la frase di qualcun altro, dovrebbe almeno leggerla».
E sempre sul suo profilo Facebook, ieri, Tisci ha postato le copertine di alcuni testi, definendole (ri)letture estive, tra cui la Teogonìa di Esiodo, le Orazioni di Demostene e le Storie di Erodoto.
No comment deciso sulla vicenda, invece, dall’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa a cui martedì il presidente della Regione Vito Bardi aveva inviato una richiesta di chiarimenti in base all’articolo 15 della legge 1/2020 (sulle attività di controllo su Arpab che spettano alla Regione e all’assessorato di riferimento, ndr).
«Risponderò al presidente Bardi – la sua risposta laconica.
«Ho ritenuto opportuno prendere una posizione pubblica – spiega Giammichele Vizziello, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia – non appena avvenuto il fatto. Ho ritenuto estrema la posizione di Tisci che non rappresentava tutto il partito. Gino Strada è una persona che ha fatto prevalentemente del bene, quello che ha fatto Emergency è sotto gli occhi di tutti. Che Strada avesse un passato politico che risale a 50 anni fa, passa in secondo piano. Il post di Tisci era stato irriverente e quelle considerazioni, in occasione della morte di Strada, mi erano sembrate inopportune, per questo avevo deciso di intervenire con un post ».
Procede, nel frattempo, la petizione avviata dalla Cgil per chiedere il licenziamento di Antonio Tisci dalla direzione dell’Agenzia. Le firme hanno superato quota 4.000; un risultato che si aggiunge ai passaggi già svolti dal segretario regionale del sindacato, Angelo Summa che ieri ha inviato alla Regione e all’assessorato all’Ambiente una richiesta di accesso agli atti con particolare riferimento al curriculum di Tisci e ai curricula degli altri candidati alla carica di vertice dell’Arpab.
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