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COSENZA – Nel 2013 sono aumentati gli omicidi in provincia di Cosenza (9 contro i 6 del 2012), ma in ben 8 casi si è già arrivati a scoprirne i responsabili. Il consuntivo delle operazioni effettuate nel 2013 dai carabinieri è stato tracciato stamattina dal colonnello Giuseppe Brancati, comandante provinciale dell’Arma. Dopo un ringraziamento alla magistratura e agli uomini dell’Arma impegnati su territorio, via con le cifre. Calate le rapine, che sono state 142 contro le 166 dell’anno precedente. Solo 2 gli attentati dinamitardi, conto i 6 del 2012, e 71 gli attentati incendiari, contro i 109 dell’anno precedente. I danneggiamenti sono stati 2587, mentre nel 2012 furono 3176. I militari hanno operato molto per la sicurezza stradale, identificando 221.535 persone e controllando 184.130 veicoli.
Elevate quasi 10mila contravvenzioni, di cui 198 per guida in stato di ebbrezza e 43 per guida sotto effetto di sostanze stupefacenti. Innumerevoli le denunce e i sequestri patrimoniali. Particolare attenzione è stata rivolta contro il reato della violenza sessuale, arrestando 6 persone e denunciandone 12. Sul fronte della lotta al traffico di stupefacenti, sequestrati 8 chili tra cocaina ed eroina e oltre 120 chili di droghe leggere. Sequestrati anche 178 tra fucili e pistole, più di 5000 munizioni e più di due tonnellate di esplosivi.
Brancati ha anche sottolineato, tenendo sempre di fianco il maresciallo Francesco Parisi, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Cosenza Nord, che i carabinieri basano il loro controllo del territorio proprio sulle piccole stazioni. «Parisi rappresenta le 90 stazioni della provincia di Cosenza, alcune delle quali piccolissime», ha detto Brancati. «La gente – ha aggiunto – sente vicino lo Stato e le istituzioni grazie al comandante di una stazione, che è a disposizione non solo per i reati, ma anche per quello che è la quotidianità».
«Mi sento cosentino anche se sono qui da soli due mesi» ha anche detto Brancati, che ha definito «una battaglia di civiltà che la città ha vinto» il fatto che non ci siano state vittime per i botti di fine anno. La lotta contro la criminalità organizzata, ha detto Brancati, è sempre una priorità. «Ma non parliamo di clan storici – ha sottolineato – non fanno storia, ma fanno schifo», ha detto il colonnello, che ha puntato l’accento su una presunta pax mafiosa in atto tra le cosche. «Il fatto che non ci siano omicidi riconducibili direttamente a lotte intestine, ci fa pensare che ci sia un patto di non belligeranza – ha detto Brancati – e questo non ci fa stare tranquilli. E’ un patto che vorremmo sciogliere al più presto, mandando questa gente in galera».
Brancati ha anche confermato che a Cosenza «c’è un nuovo collaboratore di giustizia, che sta dando conferme su quanto ipotizzato dagli investigatori».
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