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“2019 Volte Vergogna” è questa la scritta che aleggia su uno dei muri perimetrali della ex scuola elementare di via Bramante ormai chiusa dall’agosto 2012.

Poi l’ingresso principale si presenta a chiunque voglia accedervi con una porta aperta verso l’interno di un edificio ormai in balia di vandali e all’invasione, in particolare, di extracomunitari (con ogni probabilità sono gli stessi che durante le ore diurne stazionano dinnanzi a chiese ed attività commerciali), che nelle ore notturne vi trovano riparo. Il resto è un campo da guerra dove padroneggia un odore nauseabondo di escrementi e tutto è stato distrutto o saccheggiato ad opera di vandali che nel corso del tempo sono stati “padroni” dell’edificio. Una scena non bella da vedersi in un contesto urbano centrale della città e ancor più se si pensa che quell’edificio è stata una scuola fino a qualche mese fa e che porta ancora i segni del passaggio di numerosi bambini e di personale scolastico che si vede abbandonati i fascicoli personali.

Nel pomeriggio non è stato assolutamente difficile entrarci, vista la porta aperta e il sopralluogo ha reso visibile lo scempio e lo stato di degrado in cui versa la ex struttura scolastica tanto cara ai residenti. Una porta aperta sulla facciata principale dell’istituto porta inevitabilmente lo sguardo a finestre con vetri rotti e una seconda apertura sul retro dell’edificio. Poi un corridoio, con tante ex aule dove sono udibili chiaramente i lamenti di una persona che staziona all’interno in una delle aree più integre. Poi il degrado più totale. Escrementi in ogni punto, computer e stampanti buttati anche all’esterno, plafoniere scardinate, sanitari e tapparelle divelte, impianto elettrico ormai inesistente, termosifoni inesistenti e un impianto antincendio in attesa di essere portato via. «E pensare che pochi mesi prima che la struttura fosse resa inagibile, l’amministrazione comunale aveva eseguito alcuni lavori di straordinaria manutenzione, ristrutturazione e adeguamento e messa in sicurezza dell’impianto elettrico ed antincendio per un importo complessivo di 320 mila euro» ricorda il consigliere del Pdl Adriano Pedicini che per primo ha lanciato il grido d’allarme.

«Il piano terra dell’edificio le aule sono diventate dormitori con materassi, giornali e cartoni utilizzati con ogni probabilità per ripararsi dalle gelide nottate di questi mesi.

Altri spazi sono utilizzati come ambienti destinati alla cottura di alimenti con banchi, scrivanie e sedie a corredo di un ambiente ai limiti della decenza dove in ogni caso si consumano piccole pietanze. Al piano superiore dove si trovava la segreteria e dove sono custoditi i fascicoli scolastici (alcuni dei quali contengono dati sensibili) in attesa di essere trasferiti in una sede più sicura, sono evidenti le vetrate infrante, gli armadi aperti e rovistati nella speranza di trovare qualcosa» scrive Pedicini. Il degrado dell’edificio scolastico è sotto gli occhi di tutti e si è consumato nell’indifferenza dei cittadini e delle istituzioni che avrebbero dovuto vigilare per evitare quanto accaduto ed evitare che in un luogo reso inagibile e quindi insicuro vi potessero essere delle persone. Sulla vicenda è colto di sorpresa il primo cittadino. “Non ho nessuna notizia in merito afferma Salvatore Adduce e mi attiverò per verificare quanto accaduto”. Nel frattempo ai genitori e bambini che attendono di avere notizie sul “futuro scolastico” della struttura risponde l’assessore ai lavori pubblici Nicola Trombetta che dichiara «Sono in itinere le procedure per la realizzazione del bando. Nel frattempo si sta valutando lo studio di fattibilità e una volta avuta conoscenza del decreto di registrazione alla corte dei conti del finanziamento, entro sei mesi l’amministrazione comunale appalterà l’opera. I lavori prevederanno demolizione e ricostruzione della sede e sarà la prima scuola del sud Italia realizzata con il sistema della bioarchitettura».

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