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PER le 24 famiglie, residenti a palazzo Figliuolo di via Angilla Vecchia, l’augurio è che oggi finalmente venga ripristinato il riscaldamento. Eh sì perché per le circa 100 persone che abitano nel condominio le festività sono state all’insegna del freddo e del gelo. Motivo? Causa morosità sono stati apposti i sigilli all’impianto di riscaldamento.
L’odissea è cominciata lo scorso 23 dicembre quando al nuovo amministratore, Daniela Benedetto, è giunta una telefonata da parte di un condomino che dopo essersi accorto che i termosifoni non si accendevano, pensando a un guasto, chiedeva di essere autorizzato a telefonare al tecnico. Dopo circa mezzora lo stesso condominorichiama l’amministratore e le comunica che non si tratta di un guasto: causa morosità sono stati apposti i sigilli all’impianto centralizzato.
La morosità c’è ed è anche notevole – circa 4.500 euro – ma il tutto è dipeso dal precedente amministratore che aveva contestato «l’errata – spiega Daniela Benedetto – rilevazione della lettura fatta per di più nel periodo estivo e ad impianto fermo». Contestazioni a parte dal 23 dicembre scorso per le 24 famiglie è cominciato un vero e proprio calvario. Niente riscaldamento. Il nuovo amministratore il giorno della Vigilia si è recato all’Eni gas store sperando in una rapida soluzione del problema. Così non è stato perché, come le è stato riferito «il pagamento poteva essere effettutato solo con bancomat» e che in ogni caso, pur pagando, «la riattivazione del servizio sarebbe stata effettuata solo dopo due giorni lavorativi». Insomma prima del 27 niente da fare. Inutile anche presentare una denuncia alla Forze dell’ordine perché comunque il servizio non sarebbe stato comunque ripristinato.
E così Natale al gelo per circa un centinaio di persone tra cui molti anziani e molti bambini.
Il 27 dicembre il copione all’Eni gas store si ripete: è alquanto difficile che l’erogazione venga riattivata perchè non ci sono operatori sufficienti in servizio e comunque dovranno trascorrere almeno due giorni lavorativi. L’amministratore in ogni caso preleva la somma per pagare l’arretrato – mettendoci soldi anche dal suo conto corrente – e si precipita all’Ufficio postale. Ennesima sorpresa: non le è possibile eseguire, a nome del condominio, nessuna operazione perché, dopo 2 mesi dalla richiesta di cambio di intestazione di conto, il suo nominativo non risulta.
Il giorno dopo il precedente amministratore che ha ancora «il potere di firma sul libretto degli assegni» il conto arretrato viene saldato. Ma in ogni caso l’impianto di riscaldamento rimane spento.
La riattivazione non sarà possibile prima di oggi. Importante farsi trovare sul posto «tra le 16 e le 17» altrimenti «salta l’incontro e non si sa quando poi sarebbe possibile averne uno nuovo» a meno che non si ricorra a «qualche conoscenza».
Morale della favola dopo il Natale anche il Capodanno al gelo.
Per 11 giorni le 24 famiglie non hanno potuto accendere i termosifoni. Unica fonte di calore delle piccole stufette elettriche.
Chi ha potuto ha chiesto ospitalità ai parenti mentre gli altri hanno resistito come meglio potevano.
«La cosa grave – ha t5enuto a far sapere l’amministratore del condominio – è la gestione di tutta la situazione». Una situazione dove c’è stato «uno squilibrio delle forze tra il consumatore e la ditta fornitrice; la gravità di una decisione di sospendere l’erogazione del gas la vigilia di Natale, quando la morosità persiste da prima dell’estate e l’impianto è stato riattivato ad Ottobre, quindi potevano esservi altre date utili; il dolo di una condotta volta a creare il disagio, consapevoli che in questo periodo dell’anno il servizio non sarebbe stato ripristinato in tempi celeri; l’inefficienza del sistema burocratico ed amministrativo a tutti i livelli, in una Regione ormai venduta, anzi direi svenduta, in cui la politica non è stata in grado di garantire i presidi minimi dei servizi essenziale e il il fallimento di un sistema che non è in grado di riparare ai propri errori in tempi accettabili e che rimanda alle “amicizie” la risoluzione di qualsiasi tipo di problema, di dimensione più svariata».
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