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MATERA – La Regione Basilicata si è persa nei meandri della burocrazia autorizzativa, e mentre i braccianti extracomunitari continuano a vivere sotto i ponti, ora c’è persino il rischio concreto di perdere i fondi europei, stanziati copiosi per la Basilicata.


È il quadro impietoso ma realistico, dipinto da Pietro Simonetti, componente del Tavolo nazionale anticaporalato al ministero del Lavoro. Domenica sono trascorsi 2 anni dal rogo che devastò il complesso industriale mai partito de “La Felandina” a Bernalda, con la morte della 28enne nigeriana Elis Petty Stone, ma da allora nulla è cambiato. «La Basilicata era regione capofila al Sud nella gestione delle risorse e dei progetti per l’accoglienza dignitosa dei braccianti -ci dice Simonetti- ma in questi ultimi anni è diventata drammaticamente fanalino di coda. Tanto che si sono già persi 300mila euro del progetto “Supreme Inclusione”, non spesi dalla Basilicata e trasferiti alla Calabria. Oggi si rischia persino di perdere quelli in corso, perché il “Supreme Italia” va speso entro il 31 dicembre 2021 e l’Italia Più entro il 2022. Finora la Basilicata ha speso solo il 10% dei 4 milioni disponibili rispetto alla dotazione totale di 18 milioni».


Un caso davvero inspiegabile, come ci conferma Simonetti, se si pensa che le risorse ci sono da almeno due anni, i progetti sono stati definiti, come quelli per i Centri di accoglienza di Boreano, Gaudiano e Scanzano, ma inspiegabilmente resta questo status di “valutazione”.
«Il progetto di Scanzano -rimarca Simonetti- è stato definito, c’è una delibera regionale per concludere l’itera amministrativo e sbloccare i fondi, ferma negli uffici da un anno. Il Centro di Palazzo San Gervasio potrebbe partire domani perché di fatto è pronto, ma da due mesi si attende la valutazione, con 570mila euro spesi». Poi c’è il calvario del Metapontino. «Certo -ci conferma Simonetti- a settembre 2020 è stato emanato un Avviso per la gestione di un Centro di accoglienza; è stato vinto dalla coop “Polis”, ma ad oggi, dopo un anno è ancora tutto fermo. Questa è una grave inadempienza della coop, ma anche della Regione.

Tanto più perché, nel frattempo, è stato emanato anche un secondo Avviso, a cui hanno partecipato 4 soggetti, compresa la stessa Polis, con il quarto escluso per un vizio formale relativo alla data di candidatura del progetto, secondo la Regione fissata al 11 giugno 2021, secondo il ministero al 12, giorno in cui è arrivata la proposta del soggetto escluso.

Fatto sta che, mentre i braccianti continuano a dormire sotto i ponti, la Regione si perde in fantomatiche pratiche di co-progettazione, che in effetti sono state già realizzate a monte sui due progetti nazionali finanziati, quindi sono di fatto completamente inutili e fanno perdere altro tempo.

C’è di fatto un’autentica distrazione rispetto all’obiettivo da raggiungere, con 3 funzionari regionali e 7 tecnici dell’agenzia “Nova” di Trani, che finora non sono stati in grado di garantire l’assistenza tecnica nei tempi rapidi che richiederebbe l’investimento di questi fondi per risolvere un problema serio sociale e lavorativo. La coprogettazione non serve, è un’inutile distrazione con perdita di altro tempo prezioso».

Intanto, i braccianti agricoli metapontini continuano a vivere senza alcuna tutela in alloggi di fortuna e con un programma vaccinale per il Covid ancora fermo nella commissione di valutazione dell’Azienda sanitaria materana.

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Antonella Giacummo

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