X
<
>

Share
1 minuto per la lettura

SI potrebbe tenere oggi al Policlinico universitario “Federico II” di Napoli l’esame autoptico sul cadavere di Fausto Genovese, il ventottenne potentino deceduto nella notte tra il 24 e il 25 dicembre  nel reparto di “Terapia intensiva grandi ustionati” dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli dove era ricoverato dallo scorso 21 dicembre.

Il giovane è morto dopo 4 giorni di agonia. Le ustioni, riportate sul 90 per cento del corpo,  già dal primo momento avevano lasciato poco spazio alla speranza.

Solo un miracolo avrebbe potuto salvare la vita al giovane che, dopo avere perso il lavoro, aveva deciso di farla finita perché intorno a sé non vedeva nessuna prospettiva per il futuro. Un futuro che lui avrebbe voluto costruirsi anche coronando uno dei suoi sogni: il matrimonio con la fidanzata. E alla fidanzata, prima di cospargersi di benzina e di darsi fuoco, ha indirizzato uno dei due biglietti – l’altro ai familiari – scusandosi per non “averle potuto donare tutto ciò che avrebbe voluto e che lei meritava”.

Una famiglia, quella di Fausto, straziata sia  dal dolore per la perdita di quel figlio sia dal fatto che ancora deve attendere per celebrare i funerali. Funerali che sicuramente si terranno nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore di rione Lucania dove i Genovese vivono da sempre e dove Fausto è cresciuto.

Chi lo conosceva – ed erano in tanti –  sin da subito ha descritto il ventottenne come   un ragazzo tranquillo, senza grilli per la testa. Un gran lavoratore che aveva solo due grandi passioni:  suonare l’organetto e andare in moto. Una famiglia, quella di Fausto, numerosa: altri tre figli. Tutti  cresciuti con enormi sacrifici ma con grandissima dignità.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE