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POTENZA – Meno peggio rispetto ai primi due mesi del 2013, ma non tanto bene da poter parlare di ripresa. Dal quadro dipinto dal Centro studi di Unioncamere Basilicata, relativo al terzo trimestre dell’anno, emerge un’economia lucana ancora in fase di profonda recessione. I principali indicatori continuano ad avere segno negativo, anche se le perdite sono più contenute rispetto alla prima fase dell’anno. Il volume delle attività delle piccole e medie imprese si contrae di ulteriori 4 punti, sicuramente meno rispetto agli 11,4 e i 6,3 rispettivamente del I e II trimestre. Ma di molto superiore all’inflessione media nazionale, anche se più positivo rispetto a  quello del resto del Sud, dove l’industria continua a perdere più di 8 punti. Si dimezza anche il numero delle imprese che hanno andamenti negativi. Solo che, invece di migliorare, rimangono sostanzialmente stabili: passano dal 27 al 61 per cento le aziende che mantengono invariati i livelli produttivi. A segnalare una ripresa, solo l’8 per cento. La novità è che, rispetto al trend generale, questa volta anche le  più grandi, quelle con più di 50 dipendenti calano quasi allo stesso ritmo delle piccole e medie imprese.

L’analisi per settore

A soffrire maggiormente è l’industria del mobile e del legno con perdite che, in tutto il 2013, hanno superato il 13 per cento. Con un – 6,5 di produzione nel solo terzo trimestre dell’anno e un fatturato calato, nello stesso periodo, di oltre otto punti e un tasso di utilizzo degli impianti ridotto al 62 per cento. Fine anno amaro anche il tessile, che però complessivamente, nei primi nove mesi perde meno del settore della chimica e della plastica e ancora delle macchine elettriche ed elettroniche. Continua a scendere anche l’industria alimentare. Mentre, l’unico segno positivo nel trimestre analizzato è quello relativo alla produzione dei metalli. Cala, ma meno degli altri comparti, l’industria meccanica. Che contiene le perdite sia dal punto di vista della produzione che del fatturato. Volendo tracciare un parallelo con l’andamento nazionale, la produzione lucana mostra un arretramento più accentuato, fatta eccezione proprio per il settore meccanico.

Le previsioni per fine 2013

Le attese degli imprenditori non sono affatto buone. La fine dell’anno non dovrebbe far segnare un andamento diverso da quello registrato per la restante parte del 2013. Anche perché il portafoglio d’ordini,  nel periodo luglio-settembre, ha accusato l’ennesima flessione. Le commesse sono calate di oltre il quattro per cento. Le prospettive peggiori vengono espresse dai settori della meccanica e mezzi di trasporto e del legno e obile, il più penalizzato dall’andamento delle commesse. Prevedono, invece, una situazione di sostanziale stabilità le imprese dei metalli. A essere maggiormente pessimiste rispetto alle previsioni a breve termine, sono le aziende medio-grandi. Più contenuto lo scarto tra aspettative di miglioramento e peggioramento per le aziende che hanno fino a 49 dipendenti.

Crolla l’export

Cinquanta milioni di euro: questo in numeri  il peso del crollo dell’expost, che dopo aver fatto segnare due variazioni positive (rispetto al 2012)  nei primi sei mesi dell’anno, torna a perdere il 21,2 per cento. Complessivamente, in questo 2013, il calo si attesta al 3,4 per cento. A livello nazionale le perdite sono molto più contenute e non superano lo 0,3 per cento. Ma la Basilicata fa molto meglio del resto del Sud che in media perde il 9,5 per cento. In discesa libera l’export di auto che nella terzo trimestre attesta le perdite al 25,8 per cento e complessivamente, su tutti i nove mesi del 2013, il 37,2 per cento. Brusco calo anche per i prodotti metalmeccanici (-28,7), della chimica (-27,6), della gomma e materie plastiche (-8,6). Con un crollo dei minerali energetici di oltre il 37 per cento. Unica eccezione positiva per la filiera agroalimentare, che sui mercati esteri guadagna un più 12,7 per cento, grazie alla forte espansione dei prodotti agricoli non lavorati. Continua a crescere anche l’industria del mobile (più 15,2 per cento), dove le vendite più importanti riguardano il mercato extraeuropeo ma con un’importante ripresa anche su quello europeo.

Cala di oltre 20 punti anche l’import lucano. Soprattutto per quello che riguarda i semilavorati e componenti destinati alla trasformazione industriale.

m.labanca@luedi.it

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