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CATANZARO – Si sono conclusi con una piena assoluzione gli otto giudizi abbreviati a carico di altrettanti imputati coinvolti in una delle due tranche dell’inchiesta connessa al settore dell’energia eolica in Calabria denominata “Eolo”. Lo scorso 31 gennaio, quando il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Domenico Commodaro, ha rinviato a giudizio altre dodici persone per le quali il processo dibattimentale inizierà il 18 aprile, per gli otto odierni imputati che hanno scelto l’abbreviato il pubblico ministero, Domenico Guarascio, ha chiesto l’assoluzione, proprio come hanno fatto poi tutti i rispettivi difensori. E il giudice, questo pomeriggio, ha alla fine accolto tali richieste assolvendo: l’ex direttore generale dell’assessorato regionale all’Ambiente, Giuseppe Graziano, all’epoca dei fatti contestati presidente del Nucleo Via; e poi Ilario Monteleone, Salvatore Patamia, Vincenzo Iacovino, Pier Paolo Bonanno, Annamaria Ranieri, Leonardo Splendido, Giovanni Misasi. Per gli imputati di questo filone di “Eolo” il titolare del procedimento, il sostituto procuratore Carlo Villani, ha formulato accuse che vanno dalla corruzione, all’abuso d’ufficio e falso. Il filone investigativo che li riguarda ruota attorno ad autorizzazioni rilasciate per la realizzazione di diversi parchi eolici, in particolare nel Cosentino. Non a caso tra gli indagati compaiono ex componenti del Nucleo Via (di valutazione ambientale) regionale, accusati di aver concesso varie autorizzazioni senza che ce ne fossero le condizioni. 

Una più grave contestazione formulata dagli inquirenti, quella di associazione a delinquere, fa capo invece al primo filone investigativo di “Eolo”, che ha coinvolto tre società e otto persone, tra cui l’ex vice presidente della Giunta calabrese, Nicola Adamo, e l’ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento Economia della Regione, Carmelo Misiti. Quest’ultimo filone ruota attorno ad una presunta maxi tangente che sarebbe stata promessa ed in parte sborsata per la realizzazione del parco eolico “Pitagora” di Isola Capo Rizzuto e per l’adozione da parte della Regione Calabria delle “Linee guida sull’eolico”, gli imputati sono stati rinviati a giudizio (LEGGI LA NOTIZIA) e il processo che doveva avere inizio oggi è slittato al 23 maggio per difetti di notifiche. L’inchiesta “Eolo” è stata avviata nel lontano 2006 ed passata per tre diversi Uffici di procura. Le indagini, infatti, hanno preso le mosse da Paola, da dove il relativo fascicolo di oltre cento faldoni fu poi trasmesso a Cosenza per competenza territoriale, e dove venne poi inviato a Catanzaro poichè i presunti reati sarebbero stati commessi nel capoluogo calabrese. 
Qui, divisa fra le varie Forze di Polizia, la mole di materiale investigativo è finita all’attenzione del sostituto procuratore Carlo Villani, titolare del fascicolo – coassegnato al procuratore Vincenzo Antonio Lombardo ed all’aggiunto Giuseppe Borrelli – che alla fine ha emesso un provvedimento di conclusione indagini per due filoni d’inchiesta, inviando il materiale relativo ad un terzo filone alla Procura di Cosenza, territorialmente competente, e chiedendo, per quanto riguarda un quarto filone, l’archiviazione delle accuse ipotizzate nei confronti di diciassette persone.
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