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POTENZA – Il Viminale conferma la data del 3/4 ottobre per il voto in 1.162 centri italiani, chiamati al rinnovo di sindaci e consigli comunali. In molti dei 26 paesi lucani dove si andrà alle urne, però, i giochi sulle candidature sono appena iniziati. Come a Rionero, dove con 13.500 abitanti – a oggi – gli aspiranti alla fascia tricolore sarebbero 8. E chissà che con uno sforzo non possano raggiungere gli 11 di Roma Capitale.
E’ iniziato ufficialmente ieri pomeriggio il conto alla rovescia per la presentazione di liste e candidature per la prossima tornata di elezioni amministrative.
Ad attrarre le maggiori attenzioni in Basilicata ci sono soprattutto i centri più grandi, dove il voto pare destinato ad assumere un valore politico, quanto meno a livello regionale. Quindi Melfi e Pisticci, che avendo più di 15mila abitanti potrebbero ospitare il ballottaggio, il 17 e il 18 ottobre, tra i due candidati più votati al primo turno. Ma anche Rionero, Lauria, Bernalda, Montescaglioso e Ferrandina, che vantano almeno 8mila abitanti cadauno, e alcuni dei comuni più piccoli, in cui è comunque evidente l’ispirazione politica delle amministrazioni uscenti. Come Balvano, Grumento Nova, Oppido Lucano, Sarconi, Trecchina e Viggianello, considerati a tutti gli effetti comuni di centrosinistra, e Cancellara e San Martino D’Agri, dove invece il vessillo sul municipio è quello della Lega di Salvini.
Discorso diverso, invece, in molti dei centri restanti (Aliano, Oliveto Lucano, Campomaggiore, Carbone, Castelluccio Inferiore, Fardella, Ginestra, Paterno, San Martino D’Agri, Teana e Tramutola), in cui i piccoli numeri spingono alla costituzione di aggregazioni civiche politicamente trasversali. Anche per evitare quanto accaduto l’anno scorso proprio in uno di questi, Carbone, dove in assenza di liste di residenti è stato eletto sindaco un poliziotto siciliano in servizio in Calabria, Vincenzo Scavello, a capo di una lista di colleghi più interessati al congedo elettorale che al servizio delle istituzioni. Tant’è vero che poche ore dopo la proclamazione si sono tutti dimessi dall’incarico.
Tra i comuni in cui il voto pare destinato ad assumere un significato particolare, al di là del dato demografico, c’è senz’altro Rionero, considerato a buon diritto l’ultimo fortino della “sinistra-sinistra” in Basilicata. Anche in ricordo della medaglia d’argento alla Resistenza.
Dopo la caduta, a settembre dell’anno scorso, della roccaforte del centro-sinistra lucano eretta ad Avigliano, infatti, è sulle pendici del Vulture che il centrodestra ha deciso di concentrare le sue forze. Con l’obiettivo di riconquistare Melfi e fare la storia a Rionero.
Nella cittadina federiciana, però, Lega e alleati sono compatti nel sostegno all’imprenditore Giuseppe Maglione, che ha appena ottenuto anche l’appoggio dei renziani di Italia viva. Mentre nella città natale di Giustino Fortunato, il profilo di Michele Pinto, ex dirigente scolastico di estrazione democristiana e poi a lungo con l’Udeur di Clemente Mastella, non convince tutti.
Nella stessa area moderata di centrodestra, tra l’altro, pesca anche un secondo candidato di estrazione democristiana come Giuseppe Romaniello. E non è escluso che una terza candidatura venga fuori dal nucleo dei primi leghisti, usciti dal Carroccio in polemica coi vertici del partito, costituito da Franco Nigro e Nicheo Cervone.
Ancora più frastagliata la situazione nell’altro lato del campo politico dove Roberto Iosca, 29 anni dopo la fine traumatica della sua esperienza nella giunta comunale, ha annunciato da tempo la decisione di correre per la fascia tricolore. Idem Nicola Locoro, dirigente regionale di ispirazione popolare-democratica e recenti simpatie renziani. Mentre lo scontro più acceso è tra Pd e alleati, con una parte dei 5 stelle, che spingono per Mario Di Nitto, e Sinistra italiana, che per la successione al “suo” sindaco uscente, Luigi Di Toro, pensa a Mauro Di Lonardo. In attesa di conoscere le decisioni del gruppo ufficiale dei pentastellati.
Nei giorni scorsi per dirimere la contesa tra i due si era ipotizzato anche il ricorso a una consultazione tipo primarie, ma i tempi sempre più ristretti hanno rimesso la questione nelle mani dei diretti interessati e dei rispettivi sostenitori.
Per risolvere l’impasse si è anche fatta largo l’ipotesi di candidare una figura terza. In questo senso il nome che circola con maggiore insistenza è quello dell’attuale presidente del consiglio comunale Rossella Brenna.
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