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TIRIOLO (CZ) – E’ stato consegnato stamane al Comune di Tiriolo dal Dipartimento di Catanzaro dell’Arpacal un dettagliato report sui valori di radioattività e dei campi elettromagnetici frutto di minuziose indagini sul territorio comunale. Il documento di 30 pagine, firmato dal direttore del Dipartimento Clemente Migliorino, conclude una lunga fase di indagini che i tecnici dell’Arpacal hanno fatto nella cittadina alle porte di Catanzaro, ma anche nelle popolose frazioni di Pratora e Sarrottino. 

Lo studio è nato dalla volontà dell’Amministrazione comunale di indagare su alcune eventuali sorgenti di rischio che potrebbero essere responsabili di un presunto aumento di patologie tumorali nell’area. Ciò si è concretizzato con l’incarico affidato al laboratorio Ettore Majorana del Dipartimento Arpacal di Catanzaro che ha consentito il controllo sul territorio di alcuni agenti fisici inquinanti, sia in termini di radioattività ambientale e sia in termini di campi elettromagnetici – con l’intento di contenere eventuali rischi ambientali e proteggere la salute della popolazione residente, anche in ottica di programmazione e pianificazione urbana.
Questo intervento era stato presentato durante il convegno pubblico “Tiriolo e le radiazioni” svoltosi presso il Centro Sociale “Orto Monaci” di Tiriolo, il 31 marzo 2012, durante il quale era stato evidenziato come le caratteristiche geologiche, la presenza di importanti elementi geologici, le fratture della crosta superficiale presenti nell’area facevano presumere una presenza significativa di radon, tale da non escludere quest’ultimo dalla lista dei potenziali agenti patogeni, come in effetti le risultanze dello studio non hanno escluso. 
Il report prodotto dall’Arpacal per il Comune di Tiriolo è anche il risultato di un dialogo partecipato con la popolazione, coinvolta nel progetto. Molti cittadini infatti hanno dato la propria disponibilità a far sì che la propria abitazione fosse utilizzata per l’indagine, ricevendo dall’Arpacal un certificato finale dei valori di radioattività naturale raccolti. Per quanto attiene il radon, le conclusioni dello studio rilevano «un territorio con un livello di radioattività naturale normale»; tuttavia se «le osservazioni sperimentali descrivono un territorio con interesse radiologico […], almeno dal punto di vista della dose assorbita dalla popolazione», il livello è al di sotto del livello previsto dalla norma, d’altro canto il rapporto rileva «una concentrazione di attività del gas radon indoor doppia della media nazionale». 
I dati rilevati «evidenziano un passaggio quasi diretto tra suolo ed edificio» delle estrazioni di gas radon, fenomeno certamente riconducibile alle tecniche di costruzione delle abitazioni, nella quasi totalità non di recente costruzione, e quindi del tutto prive di tecniche costruttive degli ambienti che tenessero da conto il rischio radon. L’indagine costituisce quindi un utile strumento in ambito di programmazione amministrativa. «L’applicazione di tecniche di costruzione degli edifici che considerano il rischio radon già nella fase di progettazione – si legge nel report – soprattutto nelle aree con un’alta probabilità di rischio, sono in grado di sollevare completamente la popolazione residente dall’azione patogena dell’agente killer chiamato radon. Vespai e fondamenta areati sono soluzioni che si possono praticare agevolmente per eliminare il rischio radon».
Per quanto riguarda l’altro campo d’indagine, ovvero i campi elettromagnetici, come c’era da aspettarsi, lo studio rileva come «la situazione più critica dal punto di vista dell’impatto elettromagnetico è rappresentato dal monte Tiriolo, dove comunque non vengono superati i limiti previsti dalla norma». Il crinale del monte tiriolese, visibile da tutto l’istmo di Catanzaro, è sormontato infatti da numerosissime installazioni radiotelevisive. Nel report si precisa tuttavia che il sito «rimane comunque un punto privilegiato e degno di meritevoli approfondimenti, soprattutto nell’ipotesi di una maggiore frequentazione di popolazione» e, per inciso, è anche un’area di interesse storico-archeologico, con i ruderi dell’antico castrum bizantino, e naturalistico, considerato che è attraversato dal Sentiero Italia del Fai. 
Soddisfazione per la conclusione dello studio ha manifestato il Sindaco Giuseppe Lucente che ha voluto sottolineare che «l’iniziativa dell’amministrazione ha consentito il primo studio del genere realizzato in Calabria». Le risultanze, che in un prossimo futuro verranno presentate durante un convegno pubblico ad hoc «saranno certamente utilissime – ha continuato il primo cittadino tiriolese – sia in fase di pianificazione amministrativa che in sede di prevenzione andando ad individuare le aree maggiormente esposte ai rischi indagati. Non ultimo, lo studio conferma la necessità di addivenire ad una regolamentazione delle installazioni in cima al Monte di Tiriolo, oggetto negli anni passati di palesi fenomeni di abusivismo nella realizzazione dei ripetitori radiotelevisivi».
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