Il Tribunale di Cosenza
2 minuti per la letturaCOSENZA – Giudizio immediato per Giuseppe Vernì, l’uomo che lo scorso 9 luglio ha accoltellato alla gola Ivan Trinni e da allora si trova recluso ai domiciliari nella propria abitazione con l’accusa di lesioni aggravate.
Dopo alcune settimane complicate, trascorse tra il reparto di Rianimazione e la sala operatoria, le condizioni del ferito sembrano ormai migliorate. Riguardo al feritore, invece, la Procura ritiene che sia stata raggiunta l’evidenza della prova che dimostra la sua colpevolezza. E così, il cinquantenne Vernì salterà l’udienza preliminare per andare direttamente a processo il prossimo 13 settembre, ma il suo destino giudiziario potrebbe compiersi anche con ulteriore anticipo.
Il suo difensore, l’avvocato Salvatore Rauso, pare intenzionato infatti a chiedere il rito abbreviato, circostanza che avvicinerebbe nel tempo il giorno dell’udienza. Solo lesioni aggravate e porto abusivo d’arma, dunque, sono le accuse contestate all’imputato, nei cui confronti non è scattata la contestazione di tentato omicidio perché l’orientamento dell’ufficio guidato da Mario Spagnuolo è stato quello di dar credito alla sua versione dei fatti. Non a caso, il diretto interessato inquadra il proprio gesto come reazione a un’aggressione fisica e ancor prima a un tentativo di estorsione operate in entrambi i casi da Trinni.
Secondo Vernì, da tempo il suo vicino di casa nel rione Vaglio Lise tentava di convincerlo di essere vittima di un incantesimo dal quale lui stesso avrebbe potuto liberarlo previo pagamento di duecento euro mensili. In seguito, quella richiesta sarebbe diventata una pretesa insistente, tanto da indurlo a denunciare il tutto in questura, ed è verosimile che al riguardo vi fosse già un’attività investigativa in corso, superata però dagli eventi di mercoledì pomeriggio. Quel giorno, Vernì si imbatte in Trinni che, ristretto ai domiciliari, si trova in un magazzino al piano terra dello stabile nel quale è autorizzato a dimorare dall’autorità giudiziaria.
Stando al suo racconto, l’uomo gli chiede nuovamente dei soldi, rifilandogli anche un paio di pugni e a quel punto lui estrae dalla tasca un coltello – se lo portava appresso a scopo difensivo – affondandolo nella gola del rivale, poco dietro l’orecchio. Poi si dà alla fuga, ma sarà rintracciato e arrestato in serata dalla polizia mentre il ferito, soccorso da un congiunto, comincia il proprio calvario ospedaliero.
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