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POTENZA – Se fosse confermato su base annua il dato rilevato quest’estate a Potenza, con i forni della “Sider” ancora accesi, ci sarebbe ben poco di cui dubitare. Per ogni giorno di esposizione alle fonti di contaminazione da diossina, attive nell’aria di Bucaletto, ne servirebbero 4 e mezzo senza un soffio di smog per rientrare nelle soglie di tolleranza approvate in Belgio. Quasi 9 in Francia, che in Germania diventano 11 e rotti.

E’ una nota dell’Arpab datata 10 dicembre il documento che da una settimana tiene in ansia i cittadini di Bucaletto e del capoluogo in generale.

Al suo interno vengono riportati i dati delle due campagne di rilevazione dell’inquinamento attorno all’impianto della Sidepotenza effettuate quest’estate: la prima dal 12 giugno al 13 agosto, e la seconda a seguire fino al 30 durante il “fermo impianto” per l’installazione di un nuovo sistema di abbattimento delle emissioni.

Tre “deposimetri” hanno raccolto la ricaduta delle sostanze pesanti sospinte nell’atmosfera. Due sono stati piazzati in posizione «speculare»: uno a nord della Sider nel giardino di un’abitazione di Bucaletto, e uno a sud sull’edificio della Asp sulla via Appia. Mentre il terzo utilizzato per fissare il valore del fondo si trova in contrada Rossellino sulla copertura di una cabina per le analisi ambientali.

A dare i risultati peggiori è stato il primo, che tra giugno e luglio ha indicato un valore medio giornaliero di diossina in caduta sul terreno pari a 44,33 unità di misura standard. Un dato più che doppio rispetto a quello di 21  proposto dal Belgio per campionamenti su base mensile, mentre gli stessi belgi su base annuale fissano la soglia tolleranza media giornaliera a 8,2 (5 per i tedeschi, 4 per i francesi).

Di paragonabile in Italia – stando a quanto scrivono sempre i tecinici dell’Arpab – ci sarebbe solo quanto riscontrato durante una campagna di rilevamento a Taranto tra il 2008 e il 2009 nel Rione Tamburi, proprio affianco all’Ilva, dove i periti del Tribunale hanno accertato anche un’incremento di casi di tumore da mettere in relazione con quelle emissioni.

Con la fermata agostana dell’impianto del gruppo Pittini il dato cala in maniera sensibile fino a 14,57 unità, che proiettate su base annuale rappresenterebbero comunque un valore preoccupante.

Come cala la contaminazione del “fondo” di Rossellino di più della metà da 1,18 a 0,49.

Sale invece – in maniera inspiegabile – da 4,74 a 7,57 il dato del del dosimetro collocato sulla via Appia, in una zona che di solito gode del favore dei venti rispetto alle emissioni della ferriera.

Come sia stato possibile i tecnici dell’Arpab non lo sanno dire. Parlano di una «situazione complessa» e di varie «possibili fonti di emissioni presenti nell’area di interesse (convogliate, reali diffuse e fuggitive» che andrebbero scoperte e caratterizzate una per una.

Per il resto rimandano a metà gennaio per i dati sulla terza campionatura, che è tutt’ora in corso, con il nuovo sistema di abbattimento delle emissioni della Sider in funzione.

Prima di allora non sembrano intenzionati a sbilanciarsi in un giudizio sulla pericolosità delle attività dell’impianto.  

Oggi intanto la questione approderà in Consiglio comunale davanti alla sesta commissione. Tra le ipotesi sul tavolo c’è anche la nomina di un consulente per suggerire all’amministrazione il da farsi, inclusa la possibilità di adottare misure urgenti a garanzia della salute dei cittadini, senza esporre il Comune a richieste di risarcimento milionarie.

Alla Siderpotenza sono pronti a dare battaglia, e il destino di un impianto che dà lavoro a oltre 200 persone non preoccupa soltanto gli imprenditori. Come insegna proprio il caso di Taranto.

l.amato@luedi.it  

 

 

 

La tabella con i risultati dei campionamenti di quest’estate

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