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Il consigliere regionale Nicola Paris

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Dal mondo della politica ecco i commenti sull’operazione “Inter Nos” scattata in mattinata a Reggio Calabria e che ha portato a 17 arresti (LEGGI).

«Sono addolorato per quello che è accaduto. Il consigliere in causa è persona che conosco e che ho incontrato in questo anno e mezzo, per cui voglio sperare che per lui ci sia la possibilità di provare assolutamente la sua innocenza. Nello stesso tempo ritengo che il lavoro della magistratura ci stia dando una grande mano».

Non si fanno attendere le parole del presidente facente funzione della Regione Calabria, Nino Spirlì, a seguito dell’arresto ai domiciliari del consigliere regionale Nicola Paris nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella sanità pubblica e sugli appalti per le pulizie nella locale Asp. Paris – tra i ventiquattro indagati dell’operazione denominata “Inter Nos” – è accusato di corruzione.

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Sulla vicenda, Spirlì ha aggiunto: “Ripeto, sono dispiaciuto e addolorato ogni volta che ci sono dei padri e delle madri di famiglia che vengono arrestati, ma nello stesso tempo sono convinto che se la magistratura non è libera di lavorare in questo modo noi la verità non la troveremo mai. Auguro al consigliere Paris di riuscire a provare la sua assoluta innocenza, ma in questo momento va ricordato che è indagato per cui non stiamo parlando di condanne. Sarebbe anche il caso di ricordare a tutti, tramite i mezzi di comunicazione, che la cosa più importante è di non avere mai né pregiudizi nei confronti di nessuno, né condannare chi non è ancora condannato, perché c’è bisogno di pacificazione».

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Anche Luigi De Magistris, candidato alla presidenza della Regione Calabria, è intervenuto sul punto, commentando: “Ancora una volta la sanità calabrese viene travolta da un’indagine della magistratura con arresti ed indagati per fatti gravissimi. Le calabresi e i calabresi pagano le tariffe più alte per avere servizi inadeguati anche per colpa di una classe dirigente corrotta e affaristica. Il centrosinistra e il centrodestra che hanno governato la Regione e la sanità negli ultimi venti anni hanno fallito. Ora è venuto il momento di cambiare tutto. Ci vuole onestà, competenza, libertà e coraggio. Noi ci siamo e quando saremo chiamati a governare la Regione ricostruiremo la sanità pubblica in Calabria con persone perbene, a cominciare dal personale sanitario in gran parte umiliato in questi anni da una politica che con i suoi accoliti nei posti chiave è stata incapace di garantire servizi adeguati per tutelare il diritto alla salute. La sanità non deve essere il luogo in cui si fanno affari, spesso con la mafia, ma il posto dove si cura la vita delle persone”.

Ulteriori le reazioni che, sempre dal mondo della politica, si sono susseguite alla notizia di quanto scoperto dagli inquirenti (dagli illeciti legati alle sanificazioni e alle mascherine fino a tutta una serie di corruzioni finalizzate al pagamento privilegiato di fatture). Tra queste, anche quella del candidato del centrodestra alla presidenza regionale, Roberto Occhiuto, che ha dichiarato: “Ci troviamo a dover commentare, nostro malgrado, vicende che con la sanità e con la salute dei calabresi non hanno nulla a che vedere. Sosteniamo, ovviamente, l’azione della magistratura per scovare il malaffare, ma allo stesso tempo rivendichiamo il nostro garantismo, e dunque nessuna condanna mediatica prima che i fatti vengano accettati nei tre gradi di giudizio. Una cosa è certa, il commissariamento della sanità nella Regione – 12 anni consecutivi di governo imposto da Roma – oltre a non risolvere i problemi storici della nostra terra, non è servito neanche a contrastare la criminalità organizzata. L’unico modo per limitare fenomeni di questo tipo è quello di puntare con determinazione sull’efficienza. Solo investendo su persone competenti e su strutture di qualità – quello che in questi anni i commissari non hanno mai fatto -, e rafforzando i controlli, si possono tenere ai margini le cosche. Noi percorreremo entrambe queste strade, perché siamo convinti che il successo della nostra azione di governo sarà tale solo se riusciremo a riformare davvero la sanità in Calabria”.

Amalia Bruni, in lizza col centrosinistra per guidare la Regione Calabria, al pari dei suoi competitor, ha ribadito la necessità di “attendere i riscontri della magistratura”. Poi ha lanciato un appello: “Dobbiamo lasciarci alle spalle anni di malgoverno e di malaffare. Chiedo a tutti i calabresi onesti, che sono la maggior parte, di riflettere e di imboccare la strada del cambiamento reale perché finalmente possiamo ripristinare la legalità nella nostra regione. Ora abbiamo l’occasione per farlo, mandando a casa i corrotti e i collusi col malaffare”.

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