3 minuti per la lettura
SABATO SERA, davanti al pubblico dell’Auditorium di Matera, ha parlato del dramma degli agricoltori del metapontino, fiaccati nel morale e nel fisico dalle alluvioni senza sosta.
Lo ha fatto insieme a Paolo Fresu che, in concerto nella città dei Sassi, ha parlato della tragedia della Sardegna, annegata sotto la pioggia di qualche settimana fa.
«In Italia, da qualche anno, per ogni alluvione c’è una risposta diversa. Proprio a Capoterra, in Sardegna – ha detto rivolgendosi a Fresu – io ero con gli agricoltori della zona e vidi i morti provocati dal maltempo.
Oggi la gente di quelle terre chiede ancora risposte. In Basilicata abbiamo avuto circa un miliardo di euro di danni, morti e un grande problema: la mancanza di risposte. Ieri pomeriggio, in piazza Elettra a Marconia, Fabbris ha annunciato che nei prossimi giorni, mercoledì o giovedì, una delegazione si recherà a Roma dove illustrerà, ancora una volta, le emergenze del territorio metapontino. Nel frattempo ha inviato una lettera aperta ai presidenti della regioni Basilicata e Puglia.
«Lanceremo una iniziativa nazionale che chiede trasparenza sulle procedure in caso di alluvione, con un iter certo che non affidi alle emergenze la discrezionalità del caso.
In Toscana ci sono state tre alluvioni negli ultimi anni che hanno coinvolto Elba, Lunigiana e Maremma.
Quelli della Lunigiana hanno avuto quasi tutti i fondi, la Maremma e l’Elba nulla. E il presidente della Regione è originario della Lunigiana. Posso avere qualche dubbio?».
Fabbris paragona questi passaggi alla vittoria alla roulette, affidata al caso.
«Vogliamo sapere quali sono le garanzie per cui si interviene? Chi deve fare cosa? A 60 giorni dall’alluvione del 7 novembre non abbiamo ancora la dichiarazione dello Stato di emergenza; ci hanno imposto di seguire la procedura che prevede che la Regione dichiari lo stato di calamità cui deve seguire l’invio dei documenti.
La Basilicata li ha mandati con un ritardo pazzesco, ma questo non cambia nulla; intanto, a Sardegna, però, quella dichiarazione l’ha avuta nel giro di poche ore insieme a 20 milioni di euro.
A noi rimane la tristezza di prendere atto che in quadro che penalizza tutti, la nostra classe dirigente è stata incapace. Io credo che dipenda dal fatto che hanno le mani legate e non può battere i pugni sul tavolo.
La verità è che il nostro problema viene sottovalutato dalla politica – aggiunge Fabbris – eppure il capogruppo del Pd alla Camera, Speranza, è lucano, il vice ministro all’Interno, Bubbico, è lucano così come i componenti di alcune commissioni».
La settimana scorsa Gianni Fabbris ha incontrato il neo presidente della Regione, Marcello Pittella.
«Un incontro molto interessante da cui sono emersi spunti nati proprio su nostra sollecitazione.
Bisogna capire che è il momento di cambiare metodi che appartengono al passato».
Solo qualche settimana fa i componenti del Comitato, a Matera, avevano raccontato il loro dramma che va avanti da più di due anni e che l’alluvione di novemrbe ha ulteriormente peggiorato.
Debiti, difficoltà di ritorno alla normalità imprenditoriale e problemi di tipo strutturale.
Sono solo alcuni dei problemi che gli imprenditori devono affrontare ogni giorno nell’incertezza di strumenti che riducano economicamente il loro sacrificio.
Finora però, a quanto pare, la loro voce è rimasta inascoltata.
Per questo il Comitato la farà sentire ancora più forte recandosi a Roma nei prossimi giorni.
a.ciervo@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA