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 TORTORA (COSENZA), 4 DIC – La Guardia di finanza di Cosenza ha sequestrato il depuratore di Tortora gestito dalla società Ecologica 2008. Il sequestro è stato disposto dal giudice del tribunale di Paola che ha accolto la richiesta del Procuratore, Bruno Giordano. Ai vertici della società Ecologica vengono contestati i reati di danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali. Nel corso delle indagini sono emerse una serie di criticità nel funzionamento del depuratore.(ANSA).
(ANSA) – TORTORA (COSENZA), 4 DIC – I rifiuti provenienti dal depuratore di Tortora, nonostante l’inadeguato trattamento, venivano scaricati nel torrente Pizzinno e successivamente, attraverso il fiume Noce, nel Mar Tirreno.
Dalle indagini è emerso che il depuratore di Tortora riceveva rifiuti da numerosi siti non solo della Calabria ma anche da altri impianti e strutture della Campania, della Puglia e della Basilicata. I finanzieri sia attraverso l’esame della documentazione amministrativa contabile, con specifico riferimento ai documenti di viaggio di tutti i trasporti relativi ai conferimenti nel sito, hanno potuto ricostruire numerosi episodi durante i quali enormi quantità di liquami sono confluiti nell’impianto e successivamente, non depurati, sversati nelle acque del torrente Pizzinno.

TORTORA (CS) – I rifiuti provenienti dal depuratore di Tortora, nonostante l’inadeguato trattamento, venivano scaricati nel torrente Pizzinno e da lì, attraverso il fiume Noce, arrivavano a inquinare nel Mar Tirreno. Con questa accusa la Guardia di finanza di Cosenza ha sequestrato l’impianto dalla società Ecologica 2008. I sigilli sono stati disposti dal giudice del tribunale di Paola che ha accolto la richiesta del procuratore, Bruno Giordano. Ai vertici della società Ecologica vengono contestati i reati di danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali. Nel corso delle indagini sono emerse, secondo gli inquirenti, diverse criticità nel funzionamento del depuratore.

 

Tortora riceveva rifiuti da numerosi siti non solo della Calabria ma anche da altri impianti e strutture della Campania, della Puglia e della Basilicata. E i finanzieri attraverso l’esame della documentazione amministrativa contabile, con specifico riferimento ai documenti di viaggio di tutti i trasporti relativi ai conferimenti nel sito, hanno potuto ricostruire numerosi episodi durante i quali sembra che enormi quantità di liquami siano confluiti nell’impianto e successivamente, non depurati, sversati nelle acque del torrente Pizzinno.

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