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POTENZA – Un’altra malata cronica costretta ad aspettare altri 5 mesi per una visita di controllo, dopo oltre un anno di stop imposto dalla pandemia. L’ennesima grave ed intollerabile falla nella sanità regionale, è segnalata al Quotidiano da Carmen Lucia, una cittadina di Avigliano affetta da Sclerosi multipla e, di fatto, abbandonata al proprio destino da più di un anno, con la malattia degenerativa, che sta facendo il suo drammatico corso.

La crisi pandemica ha allungato ulteriormente le liste d’attesa, ma in questo caso c’è anche una pessima gestione del sistema sanitario regionale. Lucia è attualmente alle dipendenze del ministero dell’Istruzione in una scuola d’Avigliano; già professionista proprio per l’azienda sanitaria. Innamorata della scrittura, della cultura in genere e dell’ambiente, cerca nonostante tutte le sue difficoltà, aggravate da un altro problema familiare, di stare attenta alle questione della quotidianità, alle possibilità di miglioramento delle condizioni della vita.

Anche questa volta Lucia sta affrontando un grande problema. Siamo all’aggiornamento del dramma delle liste d’attesa. Dove dietro i numeri si trovano persone in carne, ossa e bisogni. «Ho la sclerosi multipla dal 2004 , dal 2007 sono in cura in litotrissia – ci racconta Lucia – lo scorso anno ho saltato causa virus le visite di controllo. Dal 2019 mi sposto in sedia rotelle – aggiunge andando ancora più a fondo – mi sono aggravata, ma le liste fino ad ora erano bloccate, ora sono state riaperte, ma la prima data disponibile è il 10 gennaio del prossimo anno».

In pratica la donna dovrebbe attendere altri 5 mesi abbondanti. Come se il problema fosse di secondaria gravità. Eppure, se ancora può aver senso definire le questioni con i colori, siamo di sicuro all’allarme rosso. Insomma le parole definitive di Lucia, alla fine danno forte paura: «Questo conferma quello che penso da tempo, se non muoio di Coronavirus muoio di altro. Probabilmente mi rivolgerò a un privato».

Ecco la chiosa che mai dovrebbe esistere. Per entrambi gli aspetti. Il tema liste d’attesa, è noto, sa di un continuo aggiornamento della superficialità. Perché dai Cup, intanto, non si guarda la gravità delle questioni, la vera urgenza. Dunque si potrebbe, ma meglio dovrebbe entrare nei dettagli di tutte le situazioni umane.

È di ieri la forte denuncia della Cgil, che punta il dito sulla sostanziale assenza della Regione in tema di liste d’attesa. Questo, a fronte di un recente rapporto Istat che pone la Basilicata in fondo alla graduatoria nazionale. Nel Rapporto Istat sono riportati i dati riferiti agli effetti della pandemia sulle prestazioni sanitarie ambulatoriali.

Se a livello nazionale nel 2020 le prestazioni sono diminuite del 20,3% rispetto al 2019, in Basilicata si registra il peggior risultato tra le Regioni, con una diminuzione del 50,8%. Se si analizzano i dati delle prestazioni per tipologia, in Italia nel 2020 le visite specialistiche (di controllo o prime visite, finalizzate a impostare un eventuale piano diagnostico terapeutico) si sono ridotte di quasi un terzo. In Basilicata si sono ridotte del 65%. Il Rapporto Istat ci consegna, quindi, la fotografia di una Basilicata che ha la peggiore performance in Italia.

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Fabio Grandinetti

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