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Alcuni cartelli realizzati dal Comitato “No all’Ecomostro”

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VILLAPIANA (COSENZA) – L’intervento dell’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, inviato in consiglio comunale a sostegno del sindaco Paolo Montalti, solleva un vespaio di proteste da parte di cittadini del Comitato “No all’Ecomostro”.

Appena 24 ore fa, in relazione alla volontà dell’amministrazione comunale di ospitare l’ecodistretto sul proprio territorio, l’assessore De Caprio aveva espresso il proprio «apprezzamento al sindaco di Villapiana per la sensibilità e il coraggio con i quali cerca di combattere i pregiudizi con cui menti raffinate cercano di usare i temi dell’ambiente per basso calcolo elettorale».

Da Erminia e Peppino Massaro a tanti altri la protesta è unanime. «Lei esalta la scelta unidirezionale del sindaco – scrivono Erminia e Peppino Massaro – definendolo sensibile e coraggioso che cerca di combattere i pregiudizi con cui menti raffinate lavorano per un basso calcolo elettorale». «Lei stesso – aggiungono –, gravemente, definisce il pregiudizio come razzismo culturale, come se i cittadini di Villapiana portassero l’anello al naso e privi di qualunque coscienza, fossero facilmente condizionabili».

«Lei – sostengono i Massaro –, con le sue parole non si limita ad offendere una intera comunità, ma l’intero popolo calabrese e mi sembra, con nostro grande disappunto che, forse, non si rende conto di quello che dice e sostiene. Inoltre le ricordo che la democrazia impone di ascoltare anche il dissenso, fosse anche di una sparuta minoranza che nel caso di Villapiana non è. Il nostro territorio è una meraviglia del creato e nessuno lo deve deturpare».

Poi, Erminia e Peppino ricordano la vocazione turistica e agricola di Villapiana in antitesi con l’ecodistretto «proposto, unilateralmente e prepotentemente dal sindaco Montalti con decisione non giustificabile sia dal punto di vista tecnico che politico, che va contro gli interessi economici e contro il diritto alla salute».

«Egregio assessore – aggiungono i coniugi Massaro –, lei sa meglio di noi che il compito di un sindaco e di una amministrazione è quello di fare l’interesse della collettività e di tutelare la salute dei propri concittadini. Gli amministratori nominati da noi sono lì a rappresentarci e noi chiediamo di rappresentare il nostro dissenso, il nostro no all’ecodistretto senza se e senza ma. Villapiana ha dimostrato con la sua protesta che sa reagire al momento opportuno. Coraggioso non è il sindaco, ma il popolo di Villapiana».

A rincarare la dose delle proteste nei confronti dell’assessore regionale è Pino Leone: «La città di Villapiana è profondamente offesa dalle sue parole, in quanto i suoi cittadini hanno grandi capacità di discernimento, non hanno alcun pregiudizio e non cedono alle strumentalizzazioni politiche di alcuno».

Ed aggiunge: «La deputazione regionale che conosce questo territorio e questa città, compreso il Presidente della Commissione ambiente, membro della sua stessa maggioranza, che ha espresso molte perplessità sull’allocazione di questo centro di trattamento rifiuti a Villapiana e noi ringraziamo per questo a prescindere dalla loro posizione politica».

Leone, ritenendo che De Caprio non conosca Villapiana, sostiene che è «uno dei più belli della Calabria se non d’Italia, se lo faccia raccontare dal suo collega assessore all’Agricoltura che qui prende una vagonata di voti». E aggiunge il contrasto già evidenziato tra ecodistretto e vocazione turistica ed agricola della cittadina: «Villapiana non è il posto giusto per fare questa cosa perché la sua vocazione è un’altra, sarebbe una violenza che lascerebbe un segno indelebile. Comprendiamo che il problema dei rifiuti in Calabria è grave e che né i suoi predecessori né lei siate riusciti a risolvere e neanche avviato a soluzione, ciò non vuol dire però che debba essere scaricato su di una sola comunità».

«In ultimo – conclude Leone –, senza alcuna allusione ovviamente, ci tengo a dirle che, secondo me, non è il pregiudizio che genera il razzismo culturale, ma la presunzione di voler calare dall’alto decisioni enormi sulla testa dei cittadini senza tenere conto della loro volontà con blitz che in passato le hanno fatto onore ma che in questi casi forse sarebbe meglio evitare».

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Fabio Grandinetti

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