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CATANZARO – Il tribunale di Catanzaro ha condannato a un anno di reclusione ciascuno tre uomini, Luciano Aurelio Italiano, 51 anni, commerciante agricolo, e i figli Girolamo Italiano, 21 anni, studente universitario, e Vittorio Italiano, 24 anni, studente universitario e imprenditore, tutti residenti a Rosarno (Reggio Calabria), accusati di un brutale pestaggio ai danni di Angelo Larosa, 54 anni, imprenditore agricolo di Sellia Marina (Catanzaro). Per gli imputati il pubblico ministero, Cinzia Santo, aveva chiesto una condanna a sei mesi, mentre il difensore di parte civile, l’avvocato Pietro Funaro, aveva insistito per una pena più severa. E così è stato, alla fine, per i tre imputati per lesioni condannati a un anno ciascuno (sono stati difesi dagli avvocati Saccomanni di Palmi e Michele Novella di Rosarno). 

I tre Italiano, secondo l’accusa, avrebbero organizzato una vera e propria spedizione punitiva ai danni di Larosa, per via della compravendita di un fondo agricolo che non sarebbe avvenuta in maniera regolare. I tre imputati, sempre stando a quanto loro contestato, sarebbero così partiti da Rosarno per raggiungere Sellia Marina dove, il 28 dicembre 2012, avrebbero rinchiuso Larosa nel suo capannone che si trova in località Camarda e lo avrebbero aggredito a sprangate, provocandogli un trauma cranico e ferite giudicate guaribili in 15 giorni. 
Il pestaggio era stato interrotto dall’arrivo dei carabinieri che, nel corso delle successive verifiche, avevano trovato un fucile a pompa calibro 12 di provenienza clandestina insieme a 42 cartucce del medesimo calibro. Per questo lo stesso Larosa, vittima del pestaggio e parte lesa nel processo agli Italiano, è stato dichiarato in arresto per detenzione abusiva di armi e munizioni – poste sotto sequestro e inviate al Racis per gli opportuni controlli -, e nell’ambito del relativo e parallelo procedimento a proprio carico l’uomo ha chiesto il giudizio abbreviato (che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo).
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