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Una delle sale adibite alle lezioni all’interno dell’hotel Myriad dove attualmente si trovano 500 studenti e tutor

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Ospitiamo una lettera inviata al Quotidiano del Sud da uno dei quattro studenti di Matera bloccati a Dubai nel college in cui avrebbero dovuto svolgere una vacanza-studio nell’ambito di una iniziativa promossa ogni anno dall’Inps. La lettera non è firmata per rispettare la privacy del ragazzo e della sua famiglia.

DESCRIVERE le ultime ore che abbiamo vissuto a Dubai, non è semplice. Questa esperienza rimarrà nei miei ricordi e in quelli dei miei compagni, insieme all’amarezza di non aver potuto trascorrere tutti insieme questa vacanza, come avevamo progettato. E’ triste pensare che non potremo visitare il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo o la Moschea di Abu Dhabi e che non potremo condividere un mmento così importante della nostra vita che aspettavamo da tempo tempo.

A volte ci capita di pensare che potremmo essere stati contagiati, anche se al momento risultiamo negativi, ma subito dopo ci soffermiamo sul fatto che comunque dal nostro arrivo non siamo mai stati lasciati soli e questo ci tranquillizza. A occuparsi delle nostre esigenze, infatti, ci sono i group leader di Accademia britannica, gli operatori arabi e quelli dell’Hotel nel quale alloggiamo. Ognuno di noi trascorre la sua giornata prevalentemente nella camera che gli è stata assegnata e per fortuna il tempo trascorre anche grazie ai collegamenti con le nostre famiglie sulle piattaforme Zoom e Meet, quelle che funzionano meglio.

Oggi (ieri, ndr.) alcuni operatori sono passati in ogni stanza per chiedere se qualcuno avesse esigenze per terapie mediche da seguire, un segnale molto importante che almeno attutisce la sensazione di essere comunque lontani da casa. Tra il 21 e il 25 luglio ci hanno comunicato che quelli come me, negativi al virus, saranno sottoposti a un secondo tampone per verificare l’eventuale contagio. In quel caso saremo idonei per il rientro che, comunque, non si sa ancora quando avverrà. Le notizie che ci arrivano e che riguardano i positivi al Covid, parlano di un incontro che le autorità sanitarie hanno avuto oggi con loro (ieri, ndr.) per mettere a punto le azioni che verranno effettuate nei prossimi giorni.

Da quello che sappiamo comunque in Italia l’attenzione per la nostra vicenda è molto alta e sono certo che non appena la situazione lo consentirà potremo finalmente rientrare tutti a casa e riabbracciare i nostri familiari ai quali voglio dire di stare tranquilli perchè qui nessuno viene lasciato indietro.

Lo dico ancora: non avrei mai immaginato di dover scrivere un racconto come questo, di dover parlare di una esperienza di questo tipo ma ho capito che viviamo in un’epoca in cui soprattutto noi giovani dobbiamo essere responsabili e mostrare di sapere affrontare anche le criticità più difficili».

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Alessandro Chiappetta

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Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

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