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POTENZA – La sua assunzione risale al 1 aprile ma c’è voluto più di un mese per capire che non fosse uno scherzo. Dopo l’esplosione del caso la compagna del preside d’ingegneria era arrivata solo seconda nella graduatoria del concorso sospetto. Poi però consiglio d’amministrazione e senato accademico, dove siede anche il compagno, hanno rivisto il fabbisogno di personale dell’ateneo. Così all’unico posto a disposizione se n’è aggiunto un altro, ed è toccato proprio a lei.
Alla fine s’è avverata la previsione dei corvi dell’Unibas che a dicembre avevano preso di mira anche la selezione per un contratto di lavoro a tempo indeterminato, categoria “elevata professionalità”, per lo «svolgimento di attività di valutazione della qualità di ateneo e di programmazione strategica». Un inquadramento da 25mila euro lordi all’anno di base, con tutte le garanzie riservate ai dipendenti della pubblica amministrazione, incluse indennità aggiuntive di tutto rispetto e premi risultato.
IL TRIANGOLO
Al centro delle attenzioni dei pennuti alla vigilia della prova orale era finito il triangolo tra una candidata, Carmen Izzo, impiegata nell’università con un contratto a tempo determinato, il presidente della commissione d’esame, Vitale Cardone, che è anche presidente della Conferenza dei presidi delle facoltà d’ingegneria, e il preside d’ingegneria dell’Ateneo lucano, Ignazio Mancini, che è anche il compagno della prima.
Di più era emerso che nel 2007, per conto proprio della Conferenza dei presidi di ingegneria, la dottoressa Izzo aveva curato «raccolta, elaborazione e organizzazione dati» del terzo numero dei «Quaderni». Una pubblicazione intitolata “gli immatricolati nelle facoltà di ingegneria dal 1998 al 2006” a cui aveva collaborato, tra gli altri, Mauro Fiorentino, proprio il rettore dell’Unibas, che all’epoca era “soltanto” preside della facoltà d’Ingegneria (proprio il posto che in seguito avrebbe preso Mancini, ndr) e segretario della giunta della Conferenza. A parte il «presidente» del comitato scientifico, e «coordinatore» del comitato di redazione del «quaderno», che altri non era che Cardone in persona.
LO STOP
La conseguenza immediata della rivelazione epistolare era stata la sospensione della prova orale per i 7, tra i 61 aspiranti, che avevano superato lo scritto. Inclusa la dottoressa Izzo e un altro “interno” molto quotato: Ermanno Trasatti, dato per secondo predestinato dal toto-concorso, in vista di un possibile ripescaggio.
Poi è arrivato il passo indietro del professore salernitano «in ragione delle gravi ed infondate diffamazioni portate dalla nota anonima» e la nomina di un nuovo presidente per la commissione. Infine la graduatoria con Trasatti al primo posto e il contratto stipulato il 31 dicembre proprio con lui.
Da allora sono successe molte cose ma è appena stato pubblicato un provvedimento del direttore generale dell’ateneo che spiega alcuni retroscena. La data è del 9 aprile, 8 giorni dopo l’assunzione della dottoressa Izzo, ma i fatti a cui si fa riferimento sono tutti precedenti.
LE DELIBERE
A esprimere «parere favorevole in merito alla nuova ipotesi di programmazione triennale sul fabbisogno del personale tecnico – amministrativo» è stato in primis il senato accademico nella seduta del 4 marzo. Lo stesso senato in cui di solito siedono assieme Fiorentino, Mancini, rappresentanti di professori, studenti, dipendenti e lo stesso direttore generale.
Al suo interno veniva evidenziata l’esigenza di «miglioramento nei processi di gestione del personale di ruolo» e di «sistemizzazione delle attività di programmazione e pianificazione strategica». Ecco perché una settimana dopo (7 marzo) il consiglio di amministrazione dell’Università ha approvato la proposta del nuovo documento di programmazione triennale del fabbisogno di personale docente, ricercatore e tecnico-amministrativo. Inoltre ha deliberato di «procedere al reclutamento di una ulteriore unità di personale» di categoria “elevate professionalità” in materia di gestione del personale più una seconda in materia di «valutazione della qualità di ateneo e di programmazione strategica».
Nemmeno un anno dopo la delibera con cui il 14 marzo del 2013 lo stesso consiglio d’amministrazione aveva bandito solo tre posti di “elevata professionalità” e uno da amministrativo. Di certo c’è che i corvi si sono mostrati molto più preveggenti.
LO SCORRIMENTO
L’unica condizione dettata al direttore generale prima di effettuare lo scorrimento delle graduatorie è stata quella dell’espletamento delle procedure di mobilità, ma dal momento che già l’anno scorso erano «andate – tutte – deserte» dev’essersi trattato di una pura formalità.
Quanto accaduto dopo, a novembre, lo ricordano ancora in molti. Con le dimissioni di due membri della commissione per il posto da amministrativo, dopo che la stessa direzione generale aveva evidenziato perplessità sui criteri fin troppo selettivi adottati, e generiche questioni di «opportunità e legittimità» delle procedure. Quindi le dimissioni del presidente delle commissioni d’esame per gli altri due posti di “elevata professionalità” messi a concorso (affari legali e gestione del personale, ndr) che era finito nel mirino del “corvo” in quanto la figlia, per uno strano incrocio, risulta tra i 5 candidati rimasti a contendersi quel posto da amministrativo.
Oggi delle quattro procedure non si sa ancora come andrà finire proprio quest’ultima, dopo il rinvio a data da definirsi degli orali. Mentre alle elevate professionalità selezionate risultano già affiancati i secondi arrivati nelle graduatorie – allungate dal consiglio d’amministrazione – degli idonei per la «valutazione della qualità» e per la cura degli «affari generali e legali» dell’ateneo. A loro a breve dovrebbe sommarsi un altro esperto di gestione del personale.
Ma anche su questo, a dire il vero, i corvi dell’Unibas c’avevano visto lungo già 6 mesi fa.
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