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REGGIO CALABRIA – Torna la strategia della tensione a Reggio Calabria. A distanza di quasi quattro anni dalla bomba che fu fatta esplodere davanti alla sede della procura generale, una bottiglia incendiaria è stata trovata nella tarda serata davanti all’edificio che ospita gli uffici dei magistrati. Accanto alla bottiglia è stato trovato un accendino. La bottiglia è stata trovata dopo che ne è stata segnalata la presenza con una telefonata fatta al 113.

Subito è scattato l’allarme e si indaga per capire come possano essere stati aggirati i controlli. La bottiglia incendiaria si trovava esattamente nello stesso punto in cui la notte del 3 gennaio 2010 esplose un ordigno e la zona, dopo l’attentato, è presidiata per 24 ore al giorno dall’Esercito, con una camionetta a una ventina di metri dal portone della Procura Generale. 

Sul posto sono accorsi il questore della città dello Stretto Guido Longo, il capo della Mobile Gennaro Semeraro, il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e il procuratore generale Salvatore Di Landro. «Un messaggio inquietante che nasconde un significato evidente di minaccia, è chiaro che siamo preoccupati: l’episodio va decifrato, ma non vi è dubbio che si tratti di un fatto molto grave», ha dichiarato Di Landro.

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