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POTENZA – Si è conclusa la XLII edizione del Premio Letterario Basilicata. Cifra distintiva di questa edizione è stata la commemorazione di Emilio Colombo, presidente onorario del premio e convinto assertore di una cultura libera e indipendente dalla politica. La presenza costante di Colombo ha costituito nel corso degli anni una garanzia per tutti, in particolar modo per giurati e premiati. «Il Premio è una creatura voluta da Colombo ma mai amministrata – afferma Santino Bonsera – la cultura e la politica nella sua visione devono essere indipendenti, perché una commistione è dannosa sia per l’una che per l’altra». Ciò a riprova di quanto Leonardo Sinisgalli era solito dichiarare: la cultura è onestà e non furbizia, è produzione e non presunzione. A dimostrazione che le convinzioni del poeta di Montemurro sono ancora oggi di grande attualità, la giuria del premio ha assegnato dei prestigiosi riconoscimenti a insigni accademici e intellettuali nazionali e locali. Il premio di saggistica storica lucana intitolato alla memoria di Tommaso Pedio è andato a Salvatore Lardino per il saggio “Il sogno di una cosa. Il movimento per la terra in Basilicata tra storia e storiografia”, Congedo editore.
La cerimonia di consegna si è svolta nello splendido scenario dell’ex convento Santa Maria de Plano a Calvello. «Il futuro di questa Regione passa attraverso operazioni culturali di verità – dice Lardino – è perciò importante operare per uno svecchiamento di forme e contenuti e fare in modo che la storiografia agisca all’interno della polis. Le verità sono plurime ma l’importante è muoversi sempre in coerenza con se stessi». Il saggio di Lardino abbatte il mito assolutizzante di una civiltà contadina di sapore arcaico, egli opera una retrodatazione del problema a cominciare dalla crisi del ’29 per poi proseguire con una presa di coscienza della “questione contadina” dagli anni cinquanta in avanti. Nel saggio la conclusione approda alla considerazione che la formazione di una società rurale non era affatto distante e slegata dai processi economici generali. Anche il premio di saggistica storica nazionale è stato assegnato a un testo di grande importanza e a un autore settentrionale ma legato a doppio filo con la Basilicata: Antonino De Francesco, La palla al piede.
Una storia del pregiudizio antimeridionale. De Francesco, già preside della facoltà di lettere dell’Università di Basilicata, nel volume ricerca le origini ed esamina le sfaccettature del “pregiudizio antimeridionale”, un pregiudizio di natura progressiva, spesso accreditato in espressioni geografiche ma bisognoso di essere approfondito nel suo corso storico. Dalla storia di “pregiudizio” alla storia del capoluogo di Regione come filo continuo di una manifestazione culturale nata per dare al nostro territorio un respiro ampio e per non concludersi nell’arco di una sola serata. Per questa ragione il premio città di Potenza è stato consegnato alla giovane sociologa potentina Angela Olita per il libro I bombardieri a pace fatta. Potenza settembre 1943. Il libro descrive ciò che accadde dopo l’armistizio di Cassibile e lo sbarco degli alleati a Salerno il 9 settembre 1943. In quei giorni di distruzione Potenza divenne uno degli obiettivi sensibili della strategia angloamericana di occupazione dei territori meridionali.
La Basilicata è ancora al centro di un altro importante premio assegnato alla nota scrittrice di Grottole Mariolina Venezia. Venezia con il romanzo Maltempo ha ricevuto il premio presidenza della giunta della Regione Basilicata. La scrittrice descrive un paesaggio di incerta identità che non è più periferia ma non è ancora diventato centro, la sua è, pertanto, la storia di una terra che non sa da che parte voltarsi. La realtà dei giorni nostri è fotografata alla luce di una peculiare analisi antropologica alla ricer a di una verità liquida e sfuggente. Grande, infine, è stata la presenza di pubblico per la oresenza di Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova Evangelizzazione.
Fisichella, premiato nell’ambito della sezione di letteratura spirituale e poesia religiosa, è l’emblema di un nuovo modo di intendere la creatività: la vera creatività è l’accettazione della sfida di parlare di Dio al mondo di oggi e di renderlo credibile con la semplicità della propria testimonianza.
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