2 minuti per la lettura
QUESTA volta si fa sul serio, perchè non c’è alcuna intenzione di attendere i tempi biblici della politica, mentre aziende agricole ed artigianali rischiano seriamente il collasso.
E’ partita così la nuova mobilitazione del “Comitato per la difesa delle terre joniche”, che domenica sera ha attivato un Campo base a Serramarina di Bernalda. Un presidio utile per raccogliere le segnalazioni delle tante aziende agricole danneggiate, ma non solo. L’obiettivo principale è quello di ottenere subito, entro massimo 15 giorni, l’ordinanza del presidente del consiglio dei minstri che dispone la dichiarazione dello stato di calamità naturale.
«Una condizione essenziale -spiega Gianni Fabbris, portavoce del Comitato- perchè è l’unico modo per allentare il Patto di stabilità e sbloccare quella parte dei fondi rivenienti dalle royalties del petrolio, utili ad intervenire per la messa in sicurezza del territorio e, soprattutto, per ristorare i danni alle aziende, che questa volta diversamente non sarebbero proprio in grado di risollevarsi».
Queste le priorità del Comitato, che ieri mattina è stato in Regione, dove ha avuto incontri con i rappresentanti dei vari dipartimenti, constatando che «ancora una volta -spiega Fabbris- si procede in ordine sparso, senza un preciso obiettivo. A noi servono misure urgenti e concrete -ribadisce- perchè questa volta non si può attendere cinque mesi per unire le forze e dieci mesi per avere l’ordinanza.
Ecco perchè stiamo lavorando alacremente per fare fronte unico. Nel 2011 l’area dei danni alluvionali era abbastanza circoscritta alla foce dei fiumi -spiega ancora Fabbris- questa volta sono state danneggiate più aziende e di tipologie diverse, senza contare i paesi e le strade completamente distrutte.
Allora la soluzione può essere solo quella di ottenere subito l’ordinanza; per questa ragione saremo nei prossimi giorni a Roma, dove incontreremo i funzionari del ministero ed i parlamentari lucani, che non potranno fare più inutili passerelle, ma dovranno impegnarsi realmente. Ad oggi la Regione ha disposto solo interventi ordinari, mentre al Metapontino servono misure straordinarie, ecco perchè Puglia e Basilicata si devono unire, indicandoci un referente unico nella gestione di emergenza e post emergenza».
a.corrado@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA