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REGGIO CALABRIA – Gli elementi che hanno portato al maxi sequestro nei confronti di Pasquale Inzitari (LEGGI) sono scaturiti dall’inchiesta “Saline”, che ha fatto luce sugli interessi mafiosi nella realizzazione del max centro commerciale “Porto degli ulivi” di Rizziconi. Secondo quanto emerso dalle indagini, la costruzione del centro commerciale costituiva il frutto di un vorticoso intreccio di interessi di tipo politico-imprenditoriale-mafioso. Dapprima sarebbe stato stretto un accordo tra l’imprenditore e la cosca Crea volto all’acquisizione dei terreni sui quali il Centro Commerciale doveva sorgere, da parte di esponenti della stessa cosca, a cui fece seguito il cambio di destinazione dei suoli che da agricoli divennnero edificabili, quindi acquisendo un valore commerciale di gran lunga maggiore.
Tutto ciò, a giudizio degli inquirenti, grazie all’apporto determinante di Inzitari che riuscì a far approvare una delibera ad hoc dal Consiglio comunale di Rizziconi. A tale fase avrebbe fatto e seguito il passaggio della proprietà dei terreni allo stesso Inzitari attraverso la società Devin S.p.a. che dopo la costruzione del polo commerciale lo cedette alla società tedesca Credit Suisse. Il successivo deterioramento dei rapporti tra Inzitari e la cosca Crea, culminato con l’arresto del boss Teodoro Crea, avrebbero indotto l’impreditore ad appoggiarsi ad un’altra organizzazione criminale capace di opporsi alle eventuali azioni ritorsive e ciò sarebbe testimoniato dall’ingresso nella compagine societaria della Devin spa, sia pure in forma occulta, del defunto Antonino Princi, cognato di Inzitari nonchè, secondo la Dda, esponente della cosca “Mammoliti-Rugolo”, di cui curava gli interessi nel settore economico-finanziario.
Princi, già vice presidente del Catanzaro calcio, morì nel maggio 2008, a seguito di un attentato di chiara matrice mafiosa, mentre si accingeva a salire su un’automobile, esplosa sotto la sua abitazione in Gioia Tauro. La vicenda giudiziaria scaturita dall’operazione “Saline” si concluse con la sentenza di condanna, emessa dalla Corte di Appello di Reggio Calabria nei confronti di Inzitari, il 6 dicembre 2010, alla pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno alla cosca mafiosa dei Crea, sentenza diventata definitiva a seguito di rigetto da parte della Cassazione del ricorso dell’imprenditore, il 19 dicembre 2011.
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