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Vittorio De Seta

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COSENZA – Nella splendida cornice della Casa del Cinema di Taormina, diretta da Ninni Panzera, sarà presentato il prossimo 2 luglio il volume “Lettere dal Sud/ Vittorio De Seta”, curato da Eugenio Attanasio con la collaborazione di Mariarosaria Donato e di Domenico Levato, edito dalla Cineteca della Calabria, nel cartellone della 67esima edizione del Taormina Film Fest.

Un evento importante che giunge al termine di un lungo lavoro effettuato dalla Cineteca della Calabria sul regista, del quale custodisce l’opera omnia, iniziato vent’anni fa con la prima ristampa dei documentari 54’- ‘59, proseguito nelle scuole con i progetti di alfabetizzazione e di divulgazione del cinema antropologico e che oggi varca lo stretto, nell’altra regione di Vittorio de Seta, quella Sicilia dove è nato, pur essendo figlio di una illustre casata calabrese – i De Seta – che ha dato due sindaci alla città di Catanzaro alla fine dell’800.

Non solo un percorso culturale ed una eredità intellettuale della Cineteca della Calabria ma anche una grande amicizia tra Vittorio De Seta ed Eugenio Attanasio che ha incluso anche ricordi personali della figlia Francesca e della nipote Vera Dragone, attrice e cantante, ultima esponente di una famiglia divisa tra il cinema del nonno Vittorio e il teatro della nonna Vera Gherarducci.

La pubblicazione, che si vale del coordinamento editoriale di Antonio Renda con Guglielmo Sirianni e Raffale Cardamone, racconta dei viaggi e dei lunghi ritorni nel Meridione di un maestro del cinema che ha saputo raccontare cinquant’anni di società italiana con lo sguardo dell’antropologo e la sensibilità dell’artista. La sua avventura comincia nel 1954 tra Calabria e Sicilia dove il giovane Vittorio inizia la sua prestigiosa carriera di documentarista, in trasferta da Roma dove ha lasciato la giovane moglie, Vera, alla quale racconta in un piccolo epistolario qui raccolto, le cose che gli succedono davanti agli occhi. Incontri epocali, come quello con Alan Lomax e Diego Carpitella ma anche la rivelazione di una realtà, quella del nostro Sud fatta di contadini, pastori, pescatori, minatori e la straordinaria intuizione che di lì a qualche anno sarebbe stata inghiottita da quello che Pasolini chiamava “l’orrendo universo del consumo e del potere”.

Banditi ad Orgosolo del 1961 è salutato come il ritorno del cinema neorealista nell’Italia del primo boom economico.

Ma chi è veramente Vittorio De Seta, rampollo di una nobile e ricca famiglia del Sud? Intellettuale comunista ma figlio di una madre dichiaratamente e convintamente fascista con la quale avrà un rapporto conflittuale, tanto da girare Un uomo a metà come tentativo di autoanalisi. Sarà lo stesso De Seta a presentare lo psicanalista Ernst Bernhard a Federico Fellini. Nel volume il regista parla di cinema come metodo per capire le sue dinamiche interiori. De Seta si rivela un artista così fuori dagli schemi della produzione cinematografica di quegli anni, da vendersi un intero palazzo nel centro di Roma per fare un film che spacca il mondo della cultura italiana; qualcuno lo accusa di decadentismo, qualcun’altro di individualismo, ma Moravia e Pasolini escono per difenderlo con due bellissimi pezzi.

Dopo una fuga in Francia ritorna con il Diario di un maestro, la sua opera eterna sul mondo della scuola, dei ragazzi. Il volume di Attanasio ce ne parla attraverso il diario di lavorazione giornaliero del film. Infine il suo buen retiro in Calabria dove si dedica all’agricoltura, nell’uliveto di famiglia a Sellia Marina, rompendo completamente con la vita precedente. Dopo anni di completa eclissi viene riscoperto e stimolato al ritorno al cinema con il documentario In Calabria e poi con il suo testamento, Lettere dal Sahara, una commovente riflessione sulle nuove immigrazioni.

C’è chi ha paragonato il suo passaggio alla cometa di Halley, chi all’avvento di un nuovo Messia per le sue visioni profetiche, “Lettere dal Sud/ Vittorio De Seta”, che raccoglie lettere inedite, diari, articoli, conversazioni e testimonianze ce lo racconta attraverso alcuni dei momenti più significativi della vita del regista e dell’uomo e si arricchisce dei contributi di Mariarosaria Donato, Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Davide Cosco, Franco Santopolo, Salvatore Tozzo, Angela Megna, Isabella Musacchio.

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Alessandro Chiappetta

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