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MORANO CALABRO (CS) – I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Cosenza, diretti dal colonnello Vito Simeone, hanno sequestrato beni immobili per un valore complessivo di quasi mezzo milione di euro a Enzo Martiniello, un imprenditore sessantaquattrenne di Mirabella Eclano (Avellino), indagato per il reato di riciclaggio. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Castrovillari su richiesta del sostituto procuratore, Maria Grazia Anastasia. Le indagini sono state avviate a seguito di una segnalazione, in materia di riciclaggio, delle autorità della Confederazione Elvetica alla procura di Castrovillari circa la presenza su un conto corrente, intestato a Martiniello e aperto presso la filiale di Zurigo di una banca svizzera, della somma di 530mila euro, quasi interamente riconducibile a fondi comunitari di cui alla Legge 488/92 indebitamente percepiti da una società che avrebbe dovuto avviare un’attività di riproduzione di supporti video nel comune di Morano Calabro. 

La società in passato era stata oggetto di indagini da parte della guardia di finanza di Castrovillari, che aveva accertato non solo la mancata realizzazione del programma di investimento agevolato, ma addirittura che la citata società non era stata mai operativa nel Comune di Morano Calabro e che i beni (mai acquistati di fatto) e oggetto di sovvenzioni pubbliche non erano mai pervenuti alla società. Malgrado il relativo procedimento penale fosse stato archiviato per prescrizione, la Corte dei Conti, nel 2011, rilevando il danno erariale, aveva condannato il rappresentante legale della società, L. G. di Benevento, al pagamento della somma indebitamente percepita a titolo di finanziamenti pubblici. Le attività investigative della polizia tributaria di Cosenza hanno consentito di accertare, sulla base delle informazioni pervenute dall’autorità giudiziaria elvetica incrociate con le precedenti risultanze investigative, che l’indagato – interessato ad alcune attività gestionali della società alla luce dei suoi rapporti con il rappresentante legale della stessa – al fine di ostacolare l’identificazione della provenienza illecita e far perdere le tracce delle sue movimentazioni di denaro, ha trasferito la somma dai conti della società – tramite una società portoghese (postasi come fornitrice di materiale per videoregistrazione, emittente numerose fatture per operazioni inesistenti, ma di fatto esercitante un’attività di consulenza aziendale) – su diversi conti a lui intestati presso diverse banche svizzere. 
Sulla scorta di questi risultati, la magistratura di Castrovillari ha contestato all’indagato il reato di riciclaggio di denaro escludendo, preventivamente, la sua responsabilità nel reato presupposto di truffa aggravata e ha disposto il sequestro per equivalente di immobili – situati a Milano e ad Avellino – stimati intorno ai 950 mila euro (sino all’ammontare di 440.248 euro), riconducibili alla sua famiglia, a cui l’indagato nel momento in cui ha avuto contezza del procedimento avviato e dell’istruttoria in contraddittorio sugli accertamenti bancari in Svizzera aveva trasferito il proprio patrimonio immobiliare.
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