Una veduta di Cosenza
3 minuti per la letturaROMA – Non è un bel quadro quello che Italia Oggi traccia delle province calabresi con riferimento all’annuale report sulla qualità della vita elaborato in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.
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Le province calabresi, con l’unica eccezione di Cosenza, infatti, fanno segnare un vero e proprio tracollo rispetto all’anno scorso perdendo da un minimo di 12 posizioni (Reggio Calabria) fino a ben 24 posti (Crotone) finendo nelle ultime posizioni della graduatoria.
Prima di illustrare le singole posizioni è bene precisare che la ricerca ha identificato a livello generale 4 gruppi di classificazione 2 positivi e 2 negativi: Il primo gruppo riguarda i capoluoghi di provincia in cui la qualità della vita è buona (in tutto 27), il secondo gruppo riguarda le città in cui la qualità delle vita è accettabbile (29). Passando al lato negativo il terzo gruppo riguarda le città con una qualità della vita scarsa (27 città) e l’ultimo gruppo quelle province in cui la qualità della vita è insufficiente (27).
In questo quadro quattro province calabresi su 5 si inseriscono nel gruppo peggiore, ossia il quarto, evidenziando, secondo lo studio di Italia Oggi e de La Sapienza, una qualità della vita del tutto insufficiente. In particolare, si tratta delle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Crotone. Situazione diversa, invece per Cosenza. La città bruzia, infatti, è l’unica ad aver guadagnato posizioni ed a collocarsi nel gruppo superiore, il terzo, in cui la qualità della vita sarebbe scarsa ma non insufficiente.
Scendendo nel dettaglio dei dati calabresi si scopre, come detto, che Cosenza è l’unica a guadagnare posizioni classificandosi al 77esimo posto della classifica generale con 284,02 punti totali conquistando ben 14 posizioni in più rispetto allo scorso anno quando in classifica era 91esima addirittura ribaltando la classifica regionale visto che nel 2015 era l’ultima delle province ed oggi è la prima. Molto più indietro si pone il capoluogo di Regione. Catanzaro, infatti, si classifica 96esimo con 157,91 punti perdendo ben 16 posizioni rispetto allo scorso anno quando in classifica era all’80esimo posto. Poco dietro giunge Vibo Valentia che si posiziona al 98simo posto con 140,03 punti e perde 15 posizioni rispetto al 2015 quando era all’83esimo posto. In coda finiscono Reggio Calabria e Crotone. Per la città dello stretto è disponibile solo il 102esimo posto in classifica con 118,90 punti e 12 posizioni in meno rispetto allo scorso anno quando era 90esima. La città di Pitagora, invece, si classifica ultima al 110 posto. Italia Oggi e La Sapienza assegnano un punteggio pari a zero, a rimarcare l’ultimo posto, evidenziando così il crollo di ben 24 posizioni di Crotone passato al 110 posto dall’86esimo dello scorso anno sebbene, rispetto alle altre province meridionali, presenti elementi che la mettono in luce in modo positivo. Qui, infatti, il tenore di vita è accettabile. E la provincia è addirittura ricompresa nel gruppo delle più virtuose nelle dimensioni criminalità e popolazione. Responsabili, quindi, della maglia nera sono affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero.
In testa alla graduatoria è Mantova la provincia italiana dove si vive meglio. La città lombarda scalza Trento, che era al primo posto senza interruzioni dal 2011 e che ora deve accontentarsi del secondo posto. Altro nuovo ingresso sui gradini più alti del podio è Belluno, terza, in salita dall’ottava posizione. Scivolano giù Pordenone (da terza a quarta) e Bolzano (da seconda a ottava). In coda a precedere Crotone c’è Siracusa (era al 104 posto). A deludere sono anche le grandi aree urbane, che arretrano tutte, rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Torino (che sale di 6 posti). Ma se Milano e Napoli perdono rispettivamente 7 e 5 posizioni,Roma ne perde 19 (31 in confronto al 2014), posizionandosi su livelli di qualità di vita insufficienti. A livello di macro-aree, Nord-est e centro reggono meglio il colpo della crisi, di contro soffre il Nordovest e in particolare il Sud e le Isole, dove si è persa traccia di quel cluster di province individuato qualche anno fa, nel quale il livello era superiore a quello prevalente nelle altre province meridionali.
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