Vita notturna tra via Zaleuco, via Zecca e via Giulia
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Movida sregolata e diritti dei cittadini, prigionieri nelle proprie abitazioni e vittime di bombardamenti musicali discoteca-style provenienti dai locali situati sotto i balconi di casa nel cuore del centro storico: il primo round del match finisce a favore dei residenti. Tre amministratori dei locali della “Barceloneta” cittadina (gli altri non arrecano disturbo) andranno infatti a processo dal momento che hanno ricevuto un decreto penale di condanna per disturbo della quiete privata dei querelanti ai quali uno di loro ha fatto opposizione dando così avvio al giudizio ordinario dinanzi al tribunale di Reggio Calabria, sezione penale.
I FATTI
Da anni ormai un gruppo di cittadini, residenti nel cuore del centro storico, o ancora meglio della cosiddetta via dei locali reggini in quel meraviglioso salotto all’aperto che è l’incrocio tra via Zecca, via Zaleuco e via Giulia ormai provati e sull’orlo di una crisi di nervi causa disturbi da movida notturna si sono rivolti alla magistratura per tutelarsi dagli schiamazzi notturni, ottenendone in questi ultimi mesi ragione.
Nel dedalo di stradine della movida reggina queste famiglie, (composte come quelle di qualsiasi altro quartiere di Reggio da anziani, bambini, professionisti e ammalati) lamentano un costante e persistente disturbo della quiete pubblica e privata, a causa delle immissioni rumorose generate dagli schiamazzi notturni e dalla serie di eventi musicali provenienti dai locali posti in Via Zecca, invia Zaleuco, e dagli altri nelle vie limitrofe che fanno letteralmente a gara a sovrastarsi musicalmente per attirare la clientela notturna, rendendo impossibile, fino a tarda notte, il riposo dei sottoscritti e dei propri familiari.
In particolar modo ad aggiungere disagi e problemi sono stati alcuni concerti di musica dal vivo sulla pubblica via ospitati da questi locali, che producono immissioni rumorose talmente forti da provocare la costante vibrazione dei vetri delle finestre degli appartamenti situati proprio sopra i locali. Addirittura, antecedentemente alle restrizioni da Covid, “gli spettacoli musicali – ricorda la denuncia – andavano avanti con musica ad alto volume in mezzo alla strada senza alcun permesso e fino alle tre di notte, attirando, in tale maniera, centinaia di giovani che consumano bevande alcooliche ed aggirando tutte le disposizioni comunali”.
I residenti inoltre evidenziano “che i locali in questione occupano perennemente la strada ed i marciapiedi con i propri tavolini, causando, così, anche il costante assembramento degli avventori, per lo più di giovane età, chiassosi e vocianti.
Tali rumori e vibrazioni, unite al vociare incessante degli avventori, non consentono ai condomini ed ai loro familiari (per lo più bambini ed anziani) di riposare”. Un vero inferno per chi in questa strada non vi giunge solo per il nightlife, ma ci vive, ci cena, ci dorme. “Non può sottacersi, peraltro – conclude la denuncia – che questa situazione costituisca un pericolo per la salute di alcuni dei cittadini residenti querelanti di cui viene leso il diritto al riposo, atteso che, peraltro, tra di loro in tanti sono sono affetti da gravi patologie la cui cura richiede quantomeno un regolare riposo notturno e l’assenza di stati di agitazione”.
Una querelle ed un braccio di ferro incessante che ha avuto avvio prima del periodo del Covid e che ora, con l’annullamento delle restrizioni ed il ritorno anche della vita notturna (ricordando però che gli assembramenti sono vietati anche in zona bianca) rischia di esplodere e di distruggere i diritti di questi cittadini residenti. Che, si badi bene, non chiedono altro che il rispetto delle regole previste dalle norme e che i locali mantengano i decibel dentro i limiti consentiti dalle leggi.
Insomma movida sì, ma educata e rispettosa delle leggi e dei diritti dei residenti ed anche della città.
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