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REGGIO CALABRIA – Ha confessato di essere l’autore del duplice omicidio di due romeni, Gianrocco Foti, l’uomo di 38 anni fermato dalla squadra mobile di Reggio Calabria. Nel corso dell’interrogatorio l’uomo ha raccontato di aver sparato dopo aver subito un’aggressione da parte delle due vittime e di altre persone. Il racconto di Foti in merito all’ aggressione ed alla presenza di altre persone, secondo gli inquirenti, sarebbe tutto da verificare.
La polizia lo ha fermato con l’accusa di essere responsabile dell’omicidio di un uomo e una donna, i cui cadaveri sono stati trovati mercoledì mattina nel bagagliaio di un’automobile sul molo del porto. Nel corso dell’operazione, la polizia ha sequestrato anche la possibile arma del delitto, una pistola calibro 9. Dagli accertamenti è risultato che i bossoli trovati nell’automobile di Joan Lacatus e la pistola calibro 9 sequestrata dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria nell’abitazione di Foti sono compatibili. E’ stato proprio l’esito della comparazione tra i bossoli e la pistola uno degli elementi alla base del provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Reggio Calabria nei confronti di Foti. Gli agenti della squadra mobile hanno da subito imboccato la pista investigativa che ha portato all’individuazione di Foti. Sul luogo del delitto, inoltre, sono stati trovati altri elementi che hanno consentito di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Tra le ipotesi da verificare, anche quella che la vittima fosse il protettore della prostituta di cui Foti si era innamorato.
Secondo il racconto fornito da Foti, lui avrebbe avuto una relazione con una prostituta rumena, alla quale, convinto di poter avviare una relazione stabile, aveva prestato 25mila euro. Quando, però, la relazione tra i due era finita, aveva chiesto la restituzione del denaro e si era rivolto a Lacatus, trovato ucciso nell’auto, per una sorta di mediazione. Da qui era nato l’appuntamento nei pressi del molo di Reggio. Dove Foti racconta di essere stato aggredito da cinque persone, compreso le due vittime. A quel punto avrebbe estratto la pistola ed avrebbe fatto fuoco per difendersi. Una tesi su cui la polizia sta effettuando approfondimenti, con l’obiettivo di comprendere se possano esserci stati anche dei complici dell’assassino.
I CORPI NEL BAGAGLIAIO. Joan Lacatus, di 28 anni, e Jonela Hololea, di 35, erano stati uccisi con alcuni colpi di pistola. I loro cadaveri erano stati poi lasciati nel vano portabagagli dell’Alfa Romeo 146 di proprietà di Lacatus e che gli assassini avevano tentato invano di fare sparire in mare. La Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Gennaro Semeraro, ha identificato il presunto responsabile del duplice omicidio a conclusione di indagini che si sono protratte per tutta la giornata di ieri e che si sono concretizzate la scorsa notte con l’esecuzione del fermo emesso dalla Procura della Repubblica.
Le indagini sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica, Federico Cafiero De Raho. Investigatori e inquirenti mantengono il riserbo, per il momento, sul movente del duplice omicidio, in attesa di una conferenza stampa che avrà luogo in mattinata, anche se ieri era trapelato che s’indagava negli ambienti della prostituzione.
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