Il medico Leopoldo Luque con Diego Maradona
1 minuto per la letturaNAPOLI – “Diego è stato ucciso”. Lo ha raccontato ai media l’avvocato Rodolfo Baquè, che difende l’infermiera Dahiana Madrid, dopo un’udienza in tribunale sulle circostanze della morte dell’ex fuoriclasse argentino del Napoli Diego Armando Maradona avvenuta lo scorso novembre a 60 anni in seguito ad un arresto cardiaco.
Baquè ha assicurato che al campione del mondo del 1986 sono stati somministrati psicofarmaci che gli hanno accelerato il polso, anche se era in cura per una malattia cardiaca: “C’è stata una responsabilità dei medici. C’erano molti segnali sul fatto che Maradona sarebbe morto durante la notte.
E nessuno dei medici ha fatto qualcosa per impedirlo”. Come il resto dell’equipe medica che ha curato ‘El Pibe de Oro’, Dahiana Madrid, 36 anni, ascoltata dalla procura di San Isidro, è indagata per “omicidio semplice con possibile dolo”, reato punibile con una pena detentiva da 8 a 25 anni.
Per l’accusa, Maradona ha ricevuto cure “insufficienti” da membri dell’equipe medica. “Quello che Dahiana Madrid ha fatto è rispettare le indicazioni dei medici curanti”, ha chiosato il suo legale.
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