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CATANZARO –  Il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro ha rinviato a giudizio l’ex assessore regionale all’Ambiente della Regione Calabria, Diego Tommasi, nell’ambito della vasta inchiesta denominata “Eolo”, connessa al settore dell’energia eolica. Accogliendo la richiesta della procura della Repubblica di Catanzaro il giudice, Maria Rosaria Di Girolamo, ha mandato Tommasi al processo, che avrà inizio il prossimo 6 dicembre, dove dovrà rispondere di concorso in alcune ipotesi di reato contestate ad altre persone le cui posizioni sono già state in precedenza sottoposte all’attenzione del gup. Si tratta, in particolare, di otto persone – politici, imprenditori e funzionari regionali calabresi – e tre società coinvolte nel filone relativo ad una presunta maxi tangente promessa ed in parte sborsata per la realizzazione del parco eolico “Pitagora” di Isola Capo Rizzuto e per l’adozione da parte della Regione Calabria delle “Linee guida sull’eolico”. Tra di loro l’ex vice presidente della giunta regionale di centrosinistra, Nicola Adamo; l’amministratore e socio della Piloma srl, Saigese spa e Loda service, Giancarlo D’Agni, considerato dalla pubblica accusa stretto collaboratore di Adamo; l’imprenditore Mauro Nucaro e l’ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento economia della Regione, Carmelo Misiti.  (LEGGI L’ARTICOLO)

Dopo aver inizialmente indagato Tommasi in “Eolo”, la procura aveva sollecitato l’archiviazione della posizione dell’ex assessore, ma poi l’esito di alcuni interrogatori ha spinto il pm procedente, Carlo Villani, a revocare quella richiesta, riaprendo lo stralcio dell’indagine che ha portato Tommasi in aula. L’inchiesta “Eolo” è stata avviata nel lontano 2006 ed è passata per tre diversi uffici di procura. Le indagini, infatti, hanno preso le mosse da Paola, da dove il relativo fascicolo di oltre cento faldoni fu poi trasmesso a Cosenza per competenza territoriale, e dove venne poi inviato a Catanzaro poichè i presunti reati sarebbero stati commessi nel capoluogo calabrese. Qui, divisa fra le varie forze di polizia, la mole di materiale investigativo è finita all’attenzione del sostituto procuratore Villani, – coassegnatario del fascicolo assieme al procuratore Vincenzo Antonio Lombardo ed all’aggiunto Giuseppe Borrelli – che alla fine, dopo lunghi mesi di lavoro, ha emesso un provvedimento di conclusione indagini per due filoni d’inchiesta, quello sulla maxi tangente e sulle “Linee guida sull’eolico”; ed un altro, che pure ha già portato davanti al gup venti persone per accuse che vanno dalla corruzione, all’abuso d’ufficio e falso, coinvolte nella tranche investigativa che ruota attorno ad autorizzazioni rilasciate per la realizzazione di diversi parchi eolici nel Casentino, inviando il materiale relativo ad un terzo filone alla procura di Cosenza, territorialmente competente, e chiedendo, per quanto riguarda un quarto filone, l’archiviazione delle accuse ipotizzate nei confronti di sedici persone.
LA REAZIONE. Sul rinvio a giudizio è intervenuto Tommasi: “Dopo circa 8 anni di indagine, illazioni, stillicidio mediatico di notizie, non diversamente contestabili, aperture e chiusure di fascicoli giudiziari, istruttorie che hanno viaggiato per diverse sedi giudiziarie, archiviazioni, revoche e reiscrizioni, con l’emissione del decreto di rinvio a giudizio – ha detto – avrò la possibilità di difendermi in maniera piena nel processo con le forme e le garanzie proprie”. 
“Oggi più che mai – aggiunge – con serenità e la consapevolezza della mia onestà morale ed intellettuale, potrò difendermi davanti ai magistrati nel processo e non difendermi dal processo mediatico a cui sono stato sottoposto senza che potessi fare emergere l’attualità dei fatti. E’ arrivato il momento delle verifiche, di tutte quelle dichiarazioni, che troppe volte sono stato oggetto di facili illazioni giornalistiche, ma che dovranno anche in contraddittorio trovare oggi la verifica dei Giudici a cui mi rimetto in maniera del tutto serena e fiduciosa”.
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