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GORGOGLIONE – Ed eccolo il ventre da un miliardo e mezzo a circa 1100 metri di altitudine. L’impianto di Tempa Rossa è ancora una larga spianata su tre livelli, a poca distanza dai pozzi veri e propri. Qui sorgerà l’intero impianto di raffinamento delle materie prime: petrolio, zolfo, gpl e gas. La spianata è incastonata sulle montagne. In lontananza si osservano i comuni di Gorgoglione, Corleto e Guardia Perticara. E lungo l’area sorgono i sei pozzi già perforati. Ne mancano ancora due all’appello. Quelli perforati sono quasi dei campi da calcio, spianate di cemento circondate dai cancelli.
Al centro una gabbia che custodisce “l’albero di Natale”, una sorta di collettore che servirà, una volta collegati i pozzi all’impianto di trattamento, a trasportare il petrolio seppellito a sette chilometri di profondità. Sette chilometri che sono un record personale per la Total, la società petrolifera francese che ha messo le mani su questa concessione. Ancora è tutto in divenire, ma l’area di cantiere ha delle scadenze ben precise. Ad agosto 2014 dovrebbe terminare il lavoro di preparazione del sito, poi ci vorrà il 2016 per vedere a regime un impianto che potrà prendersi dalla roccia un tetto massimo di 50mila barili al giorno. Una cifra inferiore a quella prodotta nel centro oli di Viggiano, ma che garantirà alla multinazionale francese un “vitalizio” di circa trent’anni, ovvero fino all’esaurimento dei pozzi. Questa è la storia della Total in Basilicata, una storia che racconta anche di terreni comprati a 35 euro al metro quadro e di vicende legali che ancora legano uno dei proprietari di una parte della concessione. Ora le cose sono in mano alla ditta Aleandri-Bocchi, che a sua volta ha sub appaltato i lavori a due ditte lucane. Quando arriviamo il turno di lavoro è già concluso. L’unica struttura riconoscibile è quella dei container logistici.
Qui la tecnologia applicata è diversa: i pozzi non sono le classiche torri con fiamme sulla punta. Sono semplicemente degli snodi appiattiti. Lei ammidi sicurezza restano nascoste. Il pozzo Gorgoglione è stato scavato in 14 mesi. Al Tempa Rossa 2 i lavori sono in corso. Qui svetta una torre arrivata da Milano, è la trivella vera e propria in allestimento. Corleto è arroccata dall’altra parte della valle. Qui il movimento è consistente, stanno installando l’enorme valvola di sicurezza e i cavi elettrici. All’ingresso ci sono due ragazzi di Corleto. Sono molti i lucani che lavorano qui, circa un centinaio tra ditte e Total vera e propria. Ce lo conferma anche un carrellista che fa base in un hangar dove all’esterno sono piazzate le “pipelines”, i collettori che porteranno il greggio e il gas. La linea del petrolio sarà lunga 7 chilometri dal centro oli e poi si allaccerà a quella già esistente di 119 chilometri verso Taranto.
Il metano, invece, entrerà direttamente nella rete Snam tramite collettore di 7,7 chilometri. Storia diversa per il GPL che sarà stoccato sui camion così come le settanta tonnellate di zolfo raccolte giornalmente. E poi c’è l’acqua di risulta. Questa dovrà essere depurata in vasche fino a demineralizzarla quasi completamente (0,01 ppm). Il “mud”, la mistura di acque utilizzate dalle trivelle invece è smaltita in discariche gestite in loco dalla Semataf di Matera. Dunque, per il primo quadrimestre del 2016 Total marchierà definitivamente questi territori, non solo i 400 chilometri quadrati dell’intera concessione. Perchè stando ai progetti qui dovranno nascere strade di collegamento ex novo, alcune finite proprio in mezzo ad antichi insediamenti ora sotto il controllo della Sovrintendenza. Il loro destino si deciderà più in la’.
v.panettieri@luedi.it
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