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LAMEZIA TERME – Sette condanne e un’assoluzione. Così si è pronunciato il gup di Lamezia, Carlo Fontanazza, sugli otto imputati giudicati con il rito abbreviato coinvolti nel blitz antidroga del luglio 2012 (operazione “Village”). La pena più pesante (4 anni) è stata inflitta a Antonio La Polla di 24 anni, condannato solo però per gli episodi di spaccio. Dalle accuse di atti osceni, maltrattamenti e tentata violenza sessuale in danno della sua ex fidanzata, è stato prosciolto per assenza di querela. Il pm aveva chiesto 8 anni per il giovane ritenuto il “dominus” del giro di spaccio scoperto in particolare nel rione delle case popolari “villaggio Kennedy”. Le altre condanne sono state inflitte a Nazareno Giuliani di 22 anni (3 anni di reclusione), mentre a 2 anni e 8 mesi ciascuno sono stati condannati: Francesco Luca Caruso di 32 anni, Roberto Strangis di 27 anni, Natalino Giudice di 27 anni, Vincenzo Lombardo di 21 anni e Felice Puccinelli di 57 anni, detto il “napoletano”. Unico assolto dal gup Umberto De Fazio di 20 anni che quando scattò il blitz era stato sottoposto all’obbligo di dimora. Ben più pesanti erano state le richieste del pm Rossana Esposito che il 5 giugno scorso aveva invocato oltre 30 anni di carcere complessivi per gli imputati.

Al termine della requisitoria il pm aveva chiesto 8 anni per Antonio La Polla (chiesta l’assoluzione per altri capi d’accusa); 4 anni ciascuno per Roberto Strangis, Natalino Giudice, Nazareno Giuliani e Francesco Luca Caruso mentre di 3 anni e 6 mesi era stata la richiesta per Vincenzo Lombardo. Si conclude dunque il primo capitolo giudiziario della vicenda relativa al blitz della squadra investigativa del commissariato. Dalle indagini portate avanti attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali emerse che bastava prendere un appuntamento al telefono, arrivare sul posto e in pochi minuti la dose (cocaina, hashish e marijuana) veniva consegnata. Da ottobre 2011 però i protagonisti del giro di spaccio non sapevano che erano controllati dagli investigatori della Polizia di Stato di Lamezia. Al telefono e con le microspie nelle auto. Soprattutto in quella di Antonio La Polla al quale negli anni 90 gli era stata ucciso il padre nell’ambito di una guerra fra le cosche sambiasine.
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