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CATANZARO – Un’alta densità mafiosa, un comprensorio vasto, l’assoluta mancanza di collegamenti con Castrovillari, l’inadeguatezza del tribunale di Castrovillari con il nuovo palazzo ancora in corso di completamento e il vecchio palazzo assolutamente inidoneo, un danno “grave e irreparabile” per tutti i cittadini del comprensorio. C’è tutto questo nel ricorso presentato dal Comune di Rossano e da alcuni avvocati contro la chiusura del tribunale cittadino, ed accolto dal Tar della Calabria che ha concesso la sospensiva e fissato la trattazione collegiale in camera di consiglio per il prossimo 17 ottobre. Nel ricorso firmato dagli avvocati Pasquale Catalano, Rossella Laporta e Giuseppe Labonia, è stata evidenziata la popolazione complessiva del comprensorio, pari a 125.321 abitanti, a cui si aggiungono cittadini stranieri non censiti, e circa 200mila turisti nel periodo estivo. A questo si aggiunge uno «spostamento medio giornaliero» stimato in 1550/2000 persone con una situazione di “carenti infrastrutture”. Quindi, la competenza del tribunale rossanese «su di un’area ad alta densità mafiosa», rappresentando, secondo i riccorenti, «l’unico avamposto della legalità e del diritto di difesa». Per questo i tre avvocati che hanno firmato il ricorso hanno spiegato anche «l’eccesso di potere per illogicità e ingiustizia manifesta, difetto di istruttoria e di motivazione, carenza dei presupposti di fatto e di diritto». Secondo i ricorrenti, oltre al Comune anche alcni avvocati del luogo, tutto il personale si troverà «nella certa impossibilità di svolgere la loro professione e funzione negli uffici del tribunale di Castrovillari, che difficilmente – è scritto nel ricorso – potrà gestire in maniera efficace il personale amministrativo ed i fascicoli che sono in procinto di essere trasferiti dal tribunale di Rossano in una struttura non idonea ad assicurare una loro agevole e sicura ricezione e custodia».Questo considerato anche che «il nuovo costruendo palazzo di giustizia di Castrovillari al momento risulta non del tutto praticabile», al punto che «solo in questi giorni dovrebbe essere pubblicato il bando di gara per l’arredamento». Gli avvocati Catalano, Laporta e Labonia hanno, quindi, chiesto la sospensiva del provvedimento, sottolineando «il danno grave ed irreparabile che subirebbero i ricorrenti e tutti i cittadini del comprensorio». Secondo i legali, d’altronde, «vi è il fondato rischio di una seria paralisi del sistema giudiziario e il rischio, ancor più grave, della dispersione dei fascicoli e documenti amministrativi». Dopo l’accoglimento della sospensiva deciso dal Tar Calabria occorrerà attendere la trattazione nel merito nell’udienza fissata per il 17 ottobre prossimo.
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