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LAMEZIA TERME (CZ) – L’amministratore unico della Ilsap Biopro è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Lamezia Terme in seguito all’esplosione del silos (GUARDA LE FOTO) che ha provocato la morte di tre operai che erano impegnati in lavori sulla struttura, uno dei quali è morto questa mattina (LEGGI LA NOTIZIA). Si tratta, è stato specificato da fonti vicine all’inchiesta, di un atto dovuto per consentire l’esecuzione di alcuni accertamenti quali l’esame esterno sui cadaveri carbonizzati degli operai. Qualora l’esame esterno venga ritenuto sufficiente dai medici legali per le loro ricerche, l’autopsia non sarà disposta. Il dirigente della società è stato sentito per tutta la notte dal pm che conduce l’inchiesta, il sostituto procuratore Luigi Maffia. 

E’ indagato nella sua qualità di responsabile della sicurezza, Maurizio Martena, l’amministratore unico della società Ilsap Biopro nel cui stabilimento di Lamezia Terme ieri si è verificata l’esplosione di un silos che ha provocato la morte di tre operai. Martena è stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto.
“In questo momento – ha detto l’avv. Francesco Pagliuso, legale della società – la prima preoccupazione dell’azienda è stare vicino ai familiari delle vittime e collaborare con l’autorità giudiziaria per accertare il perchè si è verificata l’esplosione di un silos vuoto”.

Si tratta di Maurizio Martena, indagato nella sua qualità di responsabile della sicurezza: «In questo momento – ha detto l’avvocato Francesco Pagliuso, legale della società – la prima preoccupazione dell’azienda è stare vicino ai familiari delle vittime e collaborare con l’autorità giudiziaria per accertare il perchè si è verificata l’esplosione di un silos vuoto».

La Procura, secondo quanto si è appreso, sta vagliano anche la posizione di altri responsabili della società, che ha la sua sede legale a Latina mentre quella operativa è a Lamezia Terme.

Al momento dell’esplosione le vittime sono stati investite da una fiammata improvvisa, mentre stavano facendo lavori di saldatura. Dei tre, solo Enrico Amati – l’ultimo a morire – era dipendente diretto della Ilsap, mentre gli altri due dipendevano dalla società Aurelia Srl che si occupa della realizzazione e della manutenzione di impianti come quello usato dalla Ilsap per la produzione di oli raffinati, biomasse, glicerina e biodiesel da oli combustibili. 
Uno dei cadaveri, completamente carbonizzato, è rimasto nel cestello di una gru posizionata a fianco del silos e sulla quale lavoravano gli operai. Gli investigatori non escludono che si possa essere formata una nuvola di gas derivante dalla lavorazione degli oli. Il sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Luigi Maffia, ha aperto un fascicolo di inchiesta. 

LUTTO CITTADINO A LAMEZIA – Intanto a Lamezia e nelle città d’origine degli operai morti è l’ora del lutto. I funerali di Enrico Amati, Daniele Gasbarrone e Alessandro Panella si terranno nelle loro rispettive città di residenza. Tuttavia, l’Amministrazione comunale di Lamezia Terme, «interpretando il sentimento di cordoglio di tutta la comunità e dell’intero Paese – si legge in una nota stampa – ha indetto, pur solo simbolicamente, il lutto cittadino per lunedì 16 settembre». Il municipio invita tutti i cittadini ad osservare nei luoghi pubblici, di lavoro e di scuola, un momento di raccoglimento e di ricordo dei tre giovani lavoratori e ad esporre in tutti gli edifici pubblici le bandiere a mezz’asta.

IL CORDOGLIO DI NAPOLITANO – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, particolarmente colpito dalla notizia del tragico incidente sul lavoro verificatosi nell’area industriale di Lamezia Terme in cui hanno perso la vita tre operai, ha espresso ai familiari delle vittime sentimenti di commosso cordoglio e di partecipe vicinanza. A renderlo noto un comunicato del Quirinale. 

LEGGI LE REAZIONI DI SCOPELLITIDEL VESCOVO CANTAFORA
 

IL SOPRALLUOGO SUL SILOS – Nel frattempo è terminato alle 2 di questa notte il sopralluogo dei tecnici del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal sui luoghi dell’incidente. Il sopralluogo dei tecnici Arpacal, chiamati ad intervenire dai vigili del fuoco giunti sui luoghi insieme alle forze dell’ordine, è consistito in due procedure tecnico scientifiche: la prima, riguardante il monitoraggio dell’aria circostante il silos interessato dall’incidente, per verificare la presenza di sostanze chimiche che potessero essere pericolose per chi stava prestando soccorso; la seconda operazione è stata quella di prelevare campioni di miscela presente nel serbatoio interessato dall’incidente per verificarne la consistenza. Le operazioni si sono prolungate sino alle 2 e la squadra di tecnici ha subito fornito le opportune informazioni agli inquirenti presenti sul posto, ed oggi, a conclusione di attività connesse in Dipartimento, sarà trasmesso apposito report all’autorità giudiziaria. 

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