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POTENZA – L’allarme il presidente, Rosa Gentile, lo aveva lanciato già un anno fa: troppi gli evasori, troppi i crediti maturati da Acquedotto lucano, non solo nei confronti di privati cittadini ma anche enti pubblici come i Consorzi.
E la delicata situazione finanziaria della Spa che gestisce l’erogazione della risorsa idrica in Basilicata – che aveva portato pure notevoli problemi di ritardi nel pagamento di stipendi e debiti ai fornitori – aveva spinto Al ad avviare un’azione straordinaria di riscossione crediti verso i morosi. Con migliaia di telegrammi inviati per chiedere il pagamento del dovuto.
Buoni risultati sono sttai ottenuti ma la situazione è tutt’altro che risolta. Secondo le ultime stime sarebbero 31.500.000,00 euro i crediti vantati da Acquedotto lucano, per oltre 60 mila utenti morosi. Per alcuni il dovuto supera i 40.000 euro. Insomma, un cancro non definitivamente estirpato che rischia di ingessare le casse dell’ente. E Acquedotto lucano non se ne sta a guardare. Anzi.
Dopo aver inviato oltre 60.000 solleciti, in larga parte senza risposta, la società passa dalle parole ai fatti. A mali estremi, estremi rimedi. In diversi comuni l’azienda ha già provveduto a sospendere l’erogazione idrica dopo gli accertamenti sulla situazioni di morositàInsomma, non si tratta più solo di un avvertimento. Chi non paga l’acqua, non potrà più usufruirne. Acquedotto promette annuncia linea dura. L’articolo 24 del regolamento del servizio idrico integrato di Acquedotto Lucano prevede che trascorsi 30 giorni dalla ricevuta di raccomandata di preavviso della sospensione della fornitura idrica senza aver saldato il debito, l’azienda procede alla cessazione del contratto con rimozione del contatore. Nei giorni scorsi dalla sede di via Grippo è partito il via libera alla sospensione di oltre 100 utenze.
Sono partiti prima dalle attività commerciali, di allevamento e agricole, da quelle cioè che con l’acqua alimentano le proprie attività da cui ricavano utili.
Ma l’elenco è lunghissimo e riguarderà anche le utenze domestiche, quelle pubbliche, i Consorzi, gli Enti. A rischio ci sono la stabilità dell’azienda, in difficoltà a far fronte con serenità alla sua gestione, e gli standard del servizio idrico integrato che l’azienda assicura.
E’ un pò come un cane che morde la coda. La crisi e disseto finanziario di molti enti lucani, a partire dai Consorzi industriali, hanno determinato il grosso della somma che manca dalle casse di Acquedotto lucano. Ma, a loro volta, i crediti non pagati e accumulati da Al rischiano di ingenerare un altro corto circuito nel tessuto economico lucano. A partire dai tantissimi fornitori che, nel caso in cui si dovesse prospettare una situazione di mancanza di liquidità, sarebbero i primi a pagarne le conseguenze.
Davanti a evidenti problemi di tenuta economica, la Spa ritiene di non poter più rimandare provvedimenti radicali. Anche perché in molti casi – rispondo dall’azienda – la tolleranza di Acquedotto Lucano – che comunque gestisce un servizio essenziale – sarebbe stata interpretata da alcuni, erroneamente, come possibilità di non onorare il debito.
Del resto, già da un anno, Acquedotto lucano ha avviato una capillare campagna di sensibilizzazione e di riscossione crediti che però in molti casi è stata ignorata.Ma dall’azienda ribadiscono anche la disponilità ad andare incontro alle esigenze degli utenti accordando anche piani di rateizzazione. «E’ necessario incassare i crediti vantati per poter continuare ad offrire il servizio idrico integrato a tutti i suoi utenti». «Chiedere che tutti gli utenti paghino per il servizio di cui usufruiscono – fanno sapere dall’azienda – non è solo legittimo ma anche eticamente corretto, soprattutto nei confronti di chi, pur facendo fatica ad arrivare a fine mese, le bollette dell’acqua le paga regolarmente».
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