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Carlo Tansi e Luigi de Magistris

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«Scendo dal Tan-Dem, abbandono la coalizione di de Magistris. Ho perso tutta la motivazione e l’energia che avevo all’inizio di quella che credevo fosse una grande avventura».

Un nuovo strappo, all’apparenza irrecuperabile questa volta, si consuma tra Carlo Tansi e Luigi de Magistris, la “strana coppia” del polo civico da mesi in corsa nella campagna elettorale per le regionali in Calabria.

Un’alleanza sempre in bilico sul filo del rasoio, Minata, da una parte, dalle sirene di Pd e M5s che spingono per un allargamento del fronte progressista alle forze civiche e ingessata, dall’altra, dall’intransigenza dell’ex numero uno della Protezione civile della Calabria che ha fatto del “no” al “Partito unico della torta” il suo mantra.

Che i rapporti tra i due fossero tesi è cosa nota, tanto qualche settimana fa si rese necessario un faccia a faccia chiarificatore all’indomani di altri malumori palesati da Tansi. Ma lo stesso ex pm di Catanzaro, come trapelato, più volte avrebbe manifestato insofferenza per l’atteggiamento di chiusura del suo alleato. Ormai ex.

La rottura di Tansi prende forma in un lungo post, pubblicato proprio nelle ore in cui il dibattito politico si concentra sui guai del Partito democratico, alle prese con la complicata gestione dell’affaire Irto, in una partita che si gioca su più tavoli e i cui contraccolpi non escludono la coalizione civica né le comunali di Napoli.

Lo sfogo di Tansi

«Seguivo Luigi de Magistris e provavo ammirazione per lui sin da quando, giovanissimo, aveva sfidato a viso aperto i poteri forti della Calabria che io ho conosciuto bene – scrive Tansi -. Era un mito per un ribelle come me. È il motivo per cui, quando il pomeriggio del 19 gennaio scorso è venuto a farmi visita a casa per propormi un’alleanza non ho esitato, gli ho stretto la mano e con grande entusiasmo ho fatto un passo indietro».

Tansi definisce quella decisione «una scelta d’altruismo e amore per il popolo calabrese, non esitando un istante a offrire il frutto di due anni di intenso lavoro che aveva acceso il cuore e la speranza dei calabresi liberi».

L’inizio della fine dell’idillio

Poi riscostruisce così le tappe che hanno portato alla fine dell’idillio: «Era forte la sensazione di una grande affinità tra me e de Magistris da cui poteva scaturire un’immensa energia in grado di cambiare veramente lo stato delle cose in Calabria. L’8 febbraio, quando abbiamo indetto la conferenza stampa in cui ufficializzavamo l’alleanza ero emozionato e a tratti commosso, credendo si trattasse di un giorno storico per la regione. Credevo in un percorso diverso, ma dopo i primi incontri dove ipotizzavamo entusiasticamente linee strategiche condivise, tutti quei bei propositi sono evaporati. “Carlo, i candidati li sceglieremo insieme; percorreremo la Calabria in lungo e in largo; io e te definiremo le strategie, perché tu sei il mio riferimento politico più importante per le prossime elezioni”».

E ancora: «Ero però motivatissimo per l’ambizioso progetto, al punto di difendere a spada tratta sui social tutti quelli che l’offendevano o criticavano, chiedendo scusa e rappacificandomi con i referenti dei gruppi della coalizione, Pino Aprile e Mimmo Gattuso, da cui mi ero allontanato per divergenze emerse in alcuni tavoli di confronto».

«Mi ha lasciato da solo a pedalare»

Tutto poi è cambiato. «Questa energia è andata spegnendosi, perché vedevo che de Magistris non rispettava gli accordi lasciandomi a pedalare da solo. Mi ha abbandonato, andando avanti senza coinvolgermi né nell’individuazione dei candidati né nella condivisione dei percorsi per le strade della Calabria. E che dire poi del rendermi partecipe delle strategie politiche con candidature che si sovrapponevano alle mie nei territori con il conseguente malumore dei miei candidati. Ma de Magistris ha fatto di più, andando anche in questi stessi territori senza avvisare delle sue visite e peccando così di tatto sul piano umano e difettando del famoso gioco di squadra, quello che per assurdo secondo alcuni non piacerebbe a me, sotto il profilo politico».

La fuga dei candidati e l’imbarazzo per Lucano

Il colpo di grazia, la candidatura di Vetere con l’ex Pm. «Pensate quindi quanto mi abbia amareggiato – afferma Tansi – scoprire come un candidato di Tesoro Calabria della prima ora, il sindaco di Santa Maria del Cedro Ugo Vetere, per mero opportunismo aveva abbandonato le mie liste per approdare a quelle di de Magistris. Un atto meschino che avevo chiesto a de Magistris di non consentire mentre lui, infischiandosene, lo presentava ufficialmente in pompa magna. E questo argomento e le tante altre ragioni che ho parzialmente fin qui elencato, le avevo scritte in una lettera che gli avevo inviato il 3 maggio scorso, a cui è però seguito un assordante silenzio».

E rincara la dose su Lucano. «Nella lettera gli avevo anche sottolineato come fosse opportuno, considerato il carattere puramente civico della nostra coalizione, di approcciarci ai Calabresi mettendo da parte le ideologie, i partiti e i politici responsabili del fallimento della Calabria. Impegno subito disatteso quando il comunista Mimmo Lucano, che de Magistris ha fortemente voluto in coalizione a lui ideologicamente affine, mi chiedeva, per ben due volte, cosa pensassi di inserire l’ex presidente Mario Oliverio nel nostro entourage. Lucano che molti candidati delle mie liste ritengono essere un candidato imbarazzante e incandidabile, considerate le sue vicende giudiziarie, e che si ritrova come candidato capolista di punta di de Magistris in tutte e tre le circoscrizioni della Calabria».

I contatti con le altre forze politiche

Poi rivanga il capitolo delle alleanze: «E che dire dei contatti romani tra de Magistris ed esponenti del Pd e del M5S senza che io ne fossi minimamente informato. Quando, dopo alcune incomprensioni, circa tre settimane fa avevo messo in discussione la mia alleanza con lui, sul punto di rompere, per superare la crisi, gli avevo chiesto di sottoscrivere insieme un accordo di programma in cui tutte le cose fin qui elencate erano state messe nero su bianco. Aspettavo la bozza del documento che – come da lui promesso – doveva verificare entro “3/4 giorni” dall’incontro, ma solo avantieri ricevevo il documento con modifiche sostanziali che, di fatto, snaturavano le finalità dell’intesa, facendo venir meno la perentorietà dei punti indicati nell’accordo. Accordo che avrei voluto rendere pubblico, contrariamente alla sua volontà di tenerlo secretato».

Lo strappo, a malincuore

Ecco, allora, la decisione: «Per tutti questi motivi – sollecitato fortemente dalla quasi totalità dei miei candidati – a malincuore scendo dal Tan-Dem, abbandono la coalizione di de Magistris. Ho perso tutta la motivazione e l’energia che avevo all’inizio di quella che credevo fosse una grande avventura. Ieri sera in un webinar la mia decisione è stata condivisa con tutti i miei candidati, quasi tutti pienamente d’accordo con la mia scelta (solo 4 hanno chiesto tempo). Scendo dal Tan-Dem ma riprendo la mia corsa, disposto eventualmente a farmi da parte per coinvolgere, questa volta, nella leadership, un calabrese verace e appassionato come me, con cui rappresentare, alle prossime elezioni regionali, una spina nel fianco del PUT, per sfiancarlo e distruggerlo. Proseguirò nell’incessante azione sul territorio, continuando a incontrare il popolo calabrese e cercando di trovare soluzioni ai problemi che l’affliggono, insieme agli affezionati 96 candidati delle 12 liste circoscrizionali che rappresento».

«Ora la strada è in discesa»

Tansi si mostra fiducioso: «Ora per noi la strada è tutta in discesa perché sono certo che, così come abbiamo liberato Crotone dal malaffare e dal tracollo, conquisteremo la fiducia della stragrande maggioranza dei Calabresi, spezzeremo le catene che da troppi anni impediscono di volare alla regione più bella d’Italia e vinceremo! Auguro a Luigi de Magistris ogni bene per un cambiamento della nostra Terra che, seppur con modalità completamente diverse, entrambi auspichiamo. Per meglio chiarire i motivi fin qui esposti convocherò una conferenza stampa in diretta Facebook».

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