Il sequestro dell'azienda
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Una persona denunciata e un complesso industriale di 40.000 metri quadrati, del valore di oltre 24 milioni di euro, sequestrato. Si tratta della Zinco Sud di Lamezia Terme.
E’ questo il bilancio di un’operazione in materia di tutela ambientale e salvaguardia della salute svolta dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, unitamente ai Carabinieri del Noe di Catanzaro, al nucleo operativo di polizia ambientale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e alla Sezione di Polizia giudiziaria, aliquota Ambiente della Procura della Repubblica di Lamezia Terme. Il sequestro e la denuncia sono stati eseguiti nell’ambito di accertamenti nell’area industriale lametina.
Le indagini avrebbero permesso di accertare che una nota azienda locale, specializzata nell’attività di trattamento di zincatura di materiali ferrosi, scaricava illecitamente le acque piovane, venute a contatto con rifiuti speciali anche pericolosi, direttamente nei piazzali situati all’esterno dello stabilimento e nella condotta della rete consortile delle acque bianche, senza alcun trattamento. L’impianto di depurazione dello stabilimento risultava quasi costantemente inattivo.
All’interno del complesso produttivo, inoltre, sono stati rinvenuti diversi cumuli di rifiuti speciali pericolosi, di diversa natura, tra i quali pneumatici fuori uso, batterie al piombo, fusti contenenti olii minerali esausti, con evidenti fuoriuscite del contenuto sul suolo, ponteggi e strutture metalliche visibilmente ossidati, nonché fusti metallici, all’interno dei quali erano depositate cenere di zinco e masse solide di scorie prodotte durante le fasi di zincatura oltre a rifiuti solidi urbani frammisti a quelli speciali (bombolette spray di zinco).
Il materiale, ammassato e senza alcuna idonea protezione, veniva lasciato sul piazzale attiguo allo stabilimento, in aree non pavimentate, esposto all’azione degli agenti atmosferici e meteorologici.
E’ stato, inoltre, constatato che le attività di lavorazione delle polveri prodotte dallo zinco non subivano alcun processo di filtraggio, poiché l’impianto di abbattimento delle emissioni in atmosfera, destinato alla captazione degli elementi inquinanti emessi dal processo di lavorazione, non era conforme alle autorizzazioni, con conseguente presenza di esalazioni diffuse all’interno dello stabilimento.
Il personale tecnico dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, intervenuto alle operazioni, ha accertato anche che l’azienda non aveva ottemperato a diverse prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrale ambientale rilasciata dal dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria.
Gli inquirenti hanno contestato all’amministratore della società di capitali diversi reati in materia ambientale sequestrando l’intero complesso industriale.
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