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REGGIO CALABRIA – Parte da Reggio Calabria il “giallo” della donna trovata morta in un ufficio a Brescia. Si tratta della ventinovenne brasiliana Marilia Rodrigues Silva Martins, trovata senza vita a Gambara (Brescia), nell’azienda dove lavorava venerdì. La donna, infatti, risulta residente proprio nella provincia calabrese. Intanto, per lunedì è attesa l’autopsia sul corpo della giovane, mentre i rilievi del nucleo investigativo dei carabinieri di Brescia sono stati invece inviati al Ris di Parma. Questi, insieme all’esito degli esami autoptici, dovrebbero offrire un quadro più chiaro di quanto accaduto nella notte di giovedì scorso. Per gli inquirenti, tuttavia, a quanto si apprende, la dinamica dei fatti dovrebbe essere già chiara, anche se le ipotesi al vaglio devono ancora essere comprovate dagli esami sul corpo della donna, trovata dal titolare dell’azienda per cui lavorava con una profonda ferita alla nuca e diverse altre al volto. La Procura di Brescia, intanto, ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti e, al momento, non risultano ancora indagati. Persone informate sui fatti e vicine alla giovane sono state sentite dai carabinieri di Brescia e Verolanuova anche oggi. Alcune di loro anche più di una volta, compreso il presunto compagno di lei.
Sempre secondo quanto si apprende, non ci sarebbero telecamere all’interno dell’ufficio dove la donna aveva deciso di trascorrere la notte in cui è morta, come avrebbe fatto più volte. Marilia Rodrigues Silva Martins aveva iniziato a lavorare a Gambara non molto tempo fa e, all’anagrafe, non risulterebbe residente in provincia di Brescia, ma in provincia di Reggio Calabria. Chi la conosceva bene, tra l’altro, ha raccontato agli investigatori che ‘conduceva una vita normalè. A trovare il cadavere, venerdì, è stato Claudio Grigoletto, il titolare dell’azienda che commercia aerei ultraleggeri dove la 29enne lavorava, allarmato da un odore di gas molto forte che fuoriusciva da uno scaldabagno. Proprio per questo, in un primo momento, si era pensato a un incidente o a un suicidio. Se l’autopsia dovesse confermare la possibilità di un omicidio con un corpo contundente, l’ipotesi del soffocamento sarebbe definitivamente scartata.
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