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ANCHE le acque del Pollino potranno essere imbottigliate e apprezzate sulle tavole degli italiani. Il progetto per la realizzazione di un impianto produttivo nel territorio del Comune di Viggianello, per l’imbottigliamento di acque minerali e bibite non alcoliche, sarà finanziato in parte dalla Regione Basilicata. 
Si sono così concretizzati, dopo anni di tentativi, i propositi di portare a valore le preziose acque della sorgente del Mercure. A fronte di un investimento complessivo di 12.391.300 euro, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Attività produttive Marcello Pittella, ha preimpegnato la somma di 3.402.132 a titolo di contributo in conto capitale, a favore della ditta Viggianello Fonti del Pollino Spa (costola della ben più nota, ed affermata a livello nazionale, San Benedetto) che realizzerà l’impianto. E’ stato, inoltre, approvato lo schema di Contratto di sviluppo industriale da stipularsi tra la Regione Basilicata e la ditta Viggianello Fonti del Pollino Spa (ex Viggianello srl). 
«Abbiamo deciso di finanziare il 30 per cento del costo complessivo del progetto – ha spiegato l’assessore Pittella – perché l’iniziativa imprenditoriale rientra a pieno titolo nel Piano di sviluppo industriale che questo governo sostiene con convinzione. Il nuovo sito produttivo, infatti, avrà ricadute positive sul territorio sia in termini occupazionali che di visibilità. Da questo investimento – ha aggiunto l’esponente della Giunta regionale – ci aspettiamo un accrescimento della capacità attrattiva del territorio, così com’è stato nel nord Basilicata con le Fonti del Vulture. Ma soprattutto nuove opportunità di lavoro in quanto l’impresa si obbliga ad attivare un Piano occupazionale che prevede l’impiego di 15 unità lavorative di cui 11 operai e 4 dirigenti, impiegati e quadri. Inoltre l’impresa è obbligata a mantenere stabile l’occupazione riferita all’intero organico aziendale per almeno i tre anni successivi alla data del raggiungimento dell’obbligo occupazionale. Il progetto – ha spiegato l’assessore – è frutto di un proficuo lavoro di collaborazione con l’amministrazione comunale di Viggianello, che nell’imbottigliamento delle acque ha intravisto una concreta possibilità di crescita del tessuto economico e del livello occupazionale del territorio, nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Apprezzando l’impegno del Comune – ha concluso Pittella – la Regione ha inteso sostenere il progetto condividendone finalità e potenzialità».
Critica l’Organizzazione lucana ambientalista (Ola) che ha pubblicato una breve chiosa al comunicato istituzionale diffuso ieri pomeriggio. Un «piccolo e non trascurabile particolare». Così gli ambientalisti introducono le proprie riserve sull’azione di «un governo regionale che dovrebbe gestire l’ordinarietà in questa fase pre-elettorale» e invece trascura «la presenza nella società della multinazionale San Benedetto nelle Fonti del Vulture come socio unico, che oltre alla concessione potrà fruire di un pacchetto straordinario di aiuti economici regionali di cui non è chiara la participazione».
 

ANCHE le acque del Pollino potranno essere imbottigliate e apprezzate sulle tavole degli italiani. Il progetto per la realizzazione di un impianto produttivo nel territorio del Comune di Viggianello, per l’imbottigliamento di acque minerali e bibite non alcoliche, sarà finanziato in parte dalla Regione Basilicata. 

 

Si sono così concretizzati, dopo anni di tentativi, i propositi di portare a valore le preziose acque della sorgente del Mercure. 

A fronte di un investimento complessivo di 12.391.300 euro, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Attività produttive Marcello Pittella, ha preimpegnato la somma di 3.402.132 a titolo di contributo in conto capitale, a favore della ditta Viggianello Fonti del Pollino Spa (costola della ben più nota, ed affermata a livello nazionale, San Benedetto) che realizzerà l’impianto. 

E’ stato, inoltre, approvato lo schema di Contratto di sviluppo industriale da stipularsi tra la Regione Basilicata e la ditta Viggianello Fonti del Pollino Spa (ex Viggianello srl). 

«Abbiamo deciso di finanziare il 30 per cento del costo complessivo del progetto – ha spiegato l’assessore Pittella – perché l’iniziativa imprenditoriale rientra a pieno titolo nel Piano di sviluppo industriale che questo governo sostiene con convinzione. Il nuovo sito produttivo, infatti, avrà ricadute positive sul territorio sia in termini occupazionali che di visibilità. Da questo investimento – ha aggiunto l’esponente della Giunta regionale – ci aspettiamo un accrescimento della capacità attrattiva del territorio, così com’è stato nel nord Basilicata con le Fonti del Vulture. Ma soprattutto nuove opportunità di lavoro in quanto l’impresa si obbliga ad attivare un Piano occupazionale che prevede l’impiego di 15 unità lavorative di cui 11 operai e 4 dirigenti, impiegati e quadri. Inoltre l’impresa è obbligata a mantenere stabile l’occupazione riferita all’intero organico aziendale per almeno i tre anni successivi alla data del raggiungimento dell’obbligo occupazionale. Il progetto – ha spiegato l’assessore – è frutto di un proficuo lavoro di collaborazione con l’amministrazione comunale di Viggianello, che nell’imbottigliamento delle acque ha intravisto una concreta possibilità di crescita del tessuto economico e del livello occupazionale del territorio, nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Apprezzando l’impegno del Comune – ha concluso Pittella – la Regione ha inteso sostenere il progetto condividendone finalità e potenzialità».

Critica l’Organizzazione lucana ambientalista (Ola) che ha pubblicato una breve chiosa al comunicato istituzionale diffuso ieri pomeriggio. Un «piccolo e non trascurabile particolare». Così gli ambientalisti introducono le proprie riserve sull’azione di «un governo regionale che dovrebbe gestire l’ordinarietà in questa fase pre-elettorale» e invece trascura «la presenza nella società della multinazionale San Benedetto nelle Fonti del Vulture come socio unico, che oltre alla concessione potrà fruire di un pacchetto straordinario di aiuti economici regionali di cui non è chiara la participazione». 

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